Maurizio
Gardini *
Venerdì scorso sono tornati sui banchi di scuola della nostra regione 536.000 studenti, insieme a 61.00 insegnanti, a 16.000 amministrativi, tecnici e ausiliari, e a 480 dirigenti scolastici: più di 600.000 persone che si ritroveranno finalmente insieme, nelle proprie scuole, dopo una pausa estiva che per tanti, troppi di loro ha avuto inizio ben prima della fine ufficiale dell’anno scolastico a causa dell’alluvione di metà maggio.
Le nostre scuole sono state infatti funestate, negli ultimi anni, da ripetute calamità, sia di ordine sanitario che naturale, che ne hanno minato il fondamento stesso, cioè quello del ritrovarsi insieme per crescere e formarsi, non solo nel confronto tra professori e studenti, ma anche tra pari: studenti con studenti e professori con professori. La scuola non è solo una rete di relazioni, ma anche di luoghi, dalle aule alle palestre, dai laboratori ai corridoi, dalle biblioteche ai bar, così come è un intreccio di momenti diversi, da quello delle lezioni a quello delle gare (sportive ma non solo), da quello delle uscite didattiche a quello dei Pcto (sigla che indica i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, quella che una volta si chiamava alternanza scuola-lavoro) passando per i gruppi di lavoro autogestiti e le altre attività extra-didattiche. La scuola è, cioè prima di tutto, un luogo, uno spazio dato all’esperienza in cui la dimensione del gruppo, del confronto costante con i compagni di classe e d’istituto, rappresenta un momento fondamentale.
Bene ha quindi fatto, e lo vogliamo ringraziare per questo anche come Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a voler ‘inaugurare’ a Forlì il nuovo anno scolastico, scegliendo come luogo simbolo da cui far ‘ripartire’ la scuola, in tutti i suoi aspetti e con tutti i suoi attori, il Centro Studi di Forlì, che conta 3 diverse scuole superiori (sia licei che istituti tecnici), 6 palestre usate anche da gruppi sportivi esterni, un campo di atletica e, fronte strada, anche una scuola primaria.
La Romagna si sta coraggiosamente e tenacemente rialzando dall’alluvione di maggio, e le prime forze con cui lo ha fatto sono stati proprio gli studenti, o meglio le classi degli studenti. Anche laddove è mancato, nella prima emergenza, il coordinamento dei volontari, gli studenti e le studentesse si sono passati parola e sono si sono spesso organizzati per classe, trasferendo al di fuori delle aule scolastiche, in mezzo al fango, il loro essere compagni e compagne di classe o d’istituto, e quindi compagni e compagne di un percorso di formazione che è fatto certamente di studio e di applicazione sui libri, ma è fatto anche di condivisione dei momenti di gioia e di sofferenza, di ambizioni e di disillusioni: in una sola parola di crescita.
Questi ragazzi meritano davvero l’attenzione delle Istituzioni, e quindi torniamo ancora una volta a ringraziare il presidente Mattarella per avergliela voluta testimoniare in prima persona venendo ad inaugurare l’anno scolastico 2023-24 a Forlì, in Romagna, confermando così, con l’esempio materiale della sua presenza, l’asserto di Piero Calamandrei per cui "se si vuole che la democrazia prima si faccia e poi si mantenga e si perfezioni, si può dire che la scuola a lungo andare è più importante del Parlamento e della Magistratura e della Corte costituzionale".
* presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì