Grani, così l’impresa arriva ad alta quota

Già proprietario di un’azienda di marketing, guida la società ’Zerolupi’ che gestisce impianti di risalita: "Covid e poca neve? Mai arrendersi"

Grani, così l’impresa arriva ad alta quota

Grani, così l’impresa arriva ad alta quota

Ma le scelte di un imprenditore sono tutte razionali? Oppure c’entra anche la passione? Nel caso di Giuliano Grani la passione conta, eccome. Con alle spalle un’azienda – la Grani & Partners – specializzata nel marketing e nel licensing, e un gruppo – La Portile – con un modello di business diversificato, cosa lo ha spinto a impegnarsi anche nell’impresa delle neve fino a portarlo alla guida della società – la Zerolupi – che oggi è proprietaria di vari impianti sciistici nel comprensorio del Cimone? "Amo questi posti, ho amicizie profonde, mi piacciono le persone che restano qui. E quando mi si è presentata l’occasione ho ritenuto quasi doveroso dare una mano a questa montagna e alla gente che la abita". Una "mano" che si è allargata anno dopo anno: prima una seggiovia a sei posti a Le Polle, poi altri impianti a Passo del Lupo e al Cimoncino dopo la decisione di Nicoletta Mantovani di uscire da quell’investimento. "Nelle nostre attività di famiglia abbiamo sempre diversificato: prima l’azienda produttrice di budella per salumi, poi i giochi, poi l’impegno con la pallavolo e poi l’immobiliare – spiega l’imprenditore –. Io venivo qui sul Cimone per divertirmi ed è partito tutto così: mi è stata offerta un’opportunità e con lo stesso spirito di sempre ho deciso di entrare in gioco con il primo impianto di risalita. Poi le opportunità sono aumentate quando mi hanno offerto di acquisire altri impianti. In alcuni casi è stata anche una necessità di intervenire, quando per esempio Nicoletta Mantovani ha deciso di uscire dal Cimoncino".

Passo dopo passo "siamo diventati punto di riferimento del comprensorio, tanto che questa è diventata una delle attività principali". La montagna regala emozioni uniche. Ma gestire un’attività in montagna e fare impresa è un’altra cosa. Qui la strada è davvero in salita e anche solo un piccolo incidente può mettere a rischio un intero sistema e causare danni a lavoratori e intere famiglie. Un esempio recente è quello del Covid, con le chiusure governative che non hanno lasciato alcun margine di attività al settore della neve e degli sport invernali. "Io ho iniziato a gestire delle attività a ventisei anni – ricorda Grani –: quando ci sono dei problemi o crolli o ti fai più forte di prima. È stata dura, siamo usciti dal periodo di difficoltà e oggi stiamo lavorando per crescere ancora. Nonostante quello che si dice che c’è meno neve sulla montagna e sul fatto che senza la neve siamo spacciati. Abbiamo fatto un impianto di innevamento nuovo, finiremo il secondo stralcio il prossimo anno. È stata fatta una nuova seggiovia. Io ci credo". Una delle poche cose positive che ci ha lasciato la pandemia è che la gente ha riscoperto la montagna. Ma chi parla di montagna non la deve considerare una ‘cartolina’: in montagna ci devono stare le persone e le attività economiche. Non se ne deve parlare solo in maniera superficiale. "Oggi la montagna è un impegno e investimento importante. Perché la montagna deve crescere, la gente deve lavorare. Deve essere bello per chi ci sta, per chi ci vive e ci lavora, ma bello anche per chi viene in vacanza o a sciare. È qualcosa di speciale e di bello, ma serve impegno". Gli imprenditori l’impegno l’hanno dimostrato. "Noi ci mettiamo del nostro. Oggi abbiamo un supporto importante dalla Provincia di Modena, dalla Regione Emilia-Romagna e anche dal ministero del Turismo che ha stanziato 200 milioni di euro per gli investimenti sulla montagna.

Questi fondi sono già stati utilizzati e quindi è stato deciso di destinare altri investimenti che potremo utilizzare per rinnovare le strutture. Quando vedi che hai le istituzioni che ti aiutano e ci credono tu sei ancora più motivato per andare avanti".

Paolo Tomassone