Gombola, dove l’arte incontra il paesaggio

A luglio il borgo ospiterà il Festival Trasparenze promosso dalla compagnia Teatro dei Venti: spettacoli e musica anche nel bosco

Gombola, dove l’arte incontra il paesaggio

Gombola, dove l’arte incontra il paesaggio

di Jacopo Gozzi

Il borgo medievale di Gombola si prepara a ospitare, dal 23 al 28 luglio, la XII edizione del Festival Trasparenze, la rassegna promossa dalla compagnia Teatro dei Venti che, ogni anno, porta nel cuore dell’Appennino spettacoli di teatro, musica e danza.

Tutto parte dall’Ostello podesteria di Gombola, che dal 2020 è gestito dalla compagnia teatrale con un progetto di ricettività turistico-culturale e di residenzialità artistica, in stretta connessione con il territorio. Ogni anno, all’interno del Festival, a Gombola, vengono presentati una serie di spettacoli prodotti con la collaborazione degli abitanti della zona attingendo a un patrimonio culturale fatto di storie e tradizioni. Il nuovo spettacolo, che debutterà nell’edizione di quest’anno, sarà una scrittura collettiva, curata dalla poetessa Azzurra D’agostino a partire da favole, leggende locali e storie di famiglia, con una serie di racconti incentrati sul tema ‘Quando comincia il mondo’. Per i turisti, si tratta di un’occasione unica per coniugare cultura e relax, fuggendo dal caos e dal caldo torrido delle città.

Arroccato sul sito di un castello risalente all’XI secolo e raccolto intorno alla chiesa di San Michele, infatti, il borgo di Gombola colpisce per il silenzio delle colline, il panorama sulla valle e il cielo stellato.

Il soggiorno di coloro che visitano Gombola, inoltre, si può arricchire di passeggiate e trekking lungo i percorsi naturalistici e gastronomici o visite ad antico mulino, asineria e apiario.

"A fine luglio – spiega Stefano Tè, direttore artistico e regista del Teatro dei Venti – Gombola si riempirà di spettacoli e musica che avranno luogo nel bosco e in tutto il borgo medievale: si tratta di un’opportunità imperdibile per tutti coloro che vogliono coniugare un’esperienza culturale alle bellezze paesaggistiche e culinarie del nostro Appennino, sede di tanti tesori nascosti che meritano di essere riscoperti.

Tutti gli anni, il Festival segna l’apice della nostra attività e anche per questa edizione speriamo di riempire il paese.

Chi vuole venire è invitato a rimanere per tutta la durata del festival, a usufruire degli alloggi e godersi l’esperienza a 365 gradi che offre il territorio".

Secondo le parole del direttore, il progetto che Teatro dei Venti ha messo in campo nell’Appennino modenese, potrebbe diventare il capofila di una serie di iniziative per valorizzare aree remote e borghi abbandonati. "Quello che proponiamo a Gombola – prosegue Tè – potrebbe diventare un vero e proprio modello per riqualificare zone isolate e paesi abbandonati attraverso iniziative artistiche e culturali. A tal proposito, con la collaborazione di altre cinque realtà guidate da Ater, abbiamo presentato alla Comunità Europea un progetto finalizzato a portare l’arte in luoghi marginali, per trasformarli in centri di aggregazione e comunità".

Il Teatro dei Venti è attivo dal 2005 nella produzione di spettacoli e nella realizzazione di progetti che accostano creatività e comunità in funzione di un’efficace coesione sociale. Realizza progetti permanenti nelle carceri, nell’ambito della Salute Mentale, della Cooperazione Internazionale, e vanta un’esperienza consolidata nei progetti di Europa Creativa.

Ha sviluppato una ricerca artistica nel teatro per gli spazi urbani, attraverso l’utilizzo di scenografie mobili di grande impatto e il coinvolgimento dei cittadini, con tournée in Italia e all’estero.

La nuova produzione in vista dell’estate 2024 è il Don Chisciotte. "Progetti futuri? Il nostro sogno – conclude Tè – è di non dover più limitarci al Festival Trasparenze: vorremmo rendere Gombola sede di spettacoli e iniziative artistiche per tutta la durata dell’anno".