Buon compleanno al "messicano di Ferrara"

Ricorrenza / In via del Vescovo, 95, casa natale dell'architetto, la visita degli ambasciatori dello Stato centroamericano in Italia e Turchia

Carlos Eugenio Garcia de Alba Zepeda e José Luis Martìnez y Hernandez

Carlos Eugenio Garcia de Alba Zepeda e José Luis Martìnez y Hernandez

«Il nostro eroe dei due mondi». Il primo cittadino di Ferrara Alan Fabbri definisce così l’architetto Adamo Boari, uno delle più grandi personalità della storia del territorio ferrarese e nativo di Marrara. È un anniversario speciale, questo, per “il messicano di Ferrara” Adamo Boari, di cui quest’anno ricorre il 160° anno della nascita. Nato nella frazione nel 1863, lo scorso ottobre l’architetto è stato omaggiato dalla visita alla sua casa natale di via del Vescovo, 95 da parte dell’ambasciatore messicano in Italia Carlos Eugenio Garcia de Alba Zepeda e dell’omologo in Turchia José Luis Martínez y Hernández. Un incontro importante, nel segno della memoria di Boari, di cui oltreoceano, a Città del Messico, ricordano in particolare il Palazzo delle Belle Arti - teatro dell’Opera e la sala da concerto più importante di tutto il Paese centroamericano - e il Palazzo Postale, gioiello architettonico tra gotico veneziano e art nouveau. Gli ambasciatori, per la ricorrenza dei 160 anni, hanno voluto visitare Marrara, dove sono stati accolti dal vicesindaco Nicola Lodi e dove si è svolta una solenne cerimonia di deposizione della corona alla tomba della famiglia Boari, nel cimitero della frazione. Boari ha lasciato un’impronta importante anche in città, dove per l’occasione è stata inaugurata una mostra bibliografico-documentaria alla biblioteca Ariostea - intitolata “Le opere di Adamo Boari, ingegnere e architetto ferrarese, nella documentazione della Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara”, che continuerà ad essere aperta al pubblico fino al prossimo 13 gennaio - curata da Mirna Bonazza, con alcune opere del famoso architetto e ingegnere. Molte di queste appartengono al fondo Boari, donato alla città di Ferrara dalla figlia Elita nel 1994. Elita fu artista anche lei: pittrice formatasi a Parigi, le venne dedicato un ritratto dal suo maestro Giacomo Balla, esponente di spicco del Futurismo italiano. Anche Sesto, fratello di Adamo e zio di Elita, fu uno stimatissimo architetto progettista. Di lui, la biblioteca Ariostea conserva anche il progetto dell’Acquedotto monumentale di Ferrara, che poi ispirò l’architetto Carlo Savonuzzi, a cui si deve la redazione finale. Le tracce del genio di Adamo Boari nella città estense sono anche nella Palazzina degli Angeli, che si affaccia su Corso Ercole I d'Este e, si pensa, nell'ispirazione delle forme del Teatro Nuovo, che pare essere stato realizzato in sinergia con il fratello Sesto, considerate alcune somiglianze stilistiche con il Teatro Nazionale di Città del Messico. Come ha detto il sindaco Alan Fabbri, «Adamo Boari è uno dei protagonisti della scuola novecentesca, che ha sapientemente unito stili, accolto l'apporto delle culture, anche di epoche e genti differenti. Boari ha saputo con la sua arte creare integrazione, mostrando la ricchezza delle diversità: il suo è un messaggio universale di dialogo e di costante ricerca della bellezza di cui anche oggi abbiamo bisogno».