Domenica 14 gennaio scorsa il cardinale arcivescovo Matteo Zuppi ha celebrato le esequie di Ferruccio Laffi nella chiesa dei Santi Giuseppe e Carlo di Marzabotto. Fu una cerimonia molto sentita e che si chiuse con diversi messaggi tra i quali spiccò quello della senatrice a vita Lilliana Segre. "La strage di Marzabotto fu probabilmente il più efferato dei molti, troppi eccidi compiuti dai nazisti e dai collaborazionisti fascisti negli ultimi terribili mesi della seconda guerra mondiale. Ferruccio allora adolescente ebbe la sua famiglia sterminata, sopravvissuto per miracolo, al suo ritorno a casa trovò i corpi massacrati di ben 18 persone, per lo più suoi parenti. Lo stesso avvenne in altre località del territorio di Marzabotto. Ferruccio trovò in sé la forza di portare per molti anni ovunque in Italia e in Europa la sua testimonianza e la sua denuncia, insieme alla richiesta di giustizia. Anche per noi sopravvissuti alla Shoah fu tanto dura la ripresa di una vita normale. Anche a noi si impose, nel tempo, la necessità di testimoniare l’orrore e invocare giustizia. Per me personalmente il percorso che porta all’impegno diretto di testimonianza fu lungo e tormentoso, perché difficile è elaborare un lutto inelaborabile, trovare le parole, parole mai adeguate all’enormità del fatto. Ma poi la forza la si deve trovare, perché noi sopravvissuti lo dobbiamo a tutti quanti ebbero stroncata la loro esistenza, pur di niente colpevoli se non di essere nati".
Sulla stessa lunghezza d’onda il saluto dell’ex presidente della Regione Stefano Bonaccini: "La sua è stata una vita all’insegna dell’impegno civile".