ALICE PAVAROTTI
Eventi e fiere

L’Anpi e i giovani volontari: "Davanti a Monte Sole non si può restare indifferenti"

Sono moltissimi i ragazzi che ogni giorno si impegnano per non fare dimenticare il passato "Se siamo liberi è grazie ai partigiani. Andrebbero ricordati più spesso, è un dovere civico" .

L’Anpi e i  giovani volontari: "Davanti a Monte Sole non si può restare indifferenti"

Una marcia della Pace. I giovani sono sempre più protagonisti e s’impegnano affinché non cali l’oblio

"Davanti a Monte Sole non riesco mai a rimanere indifferente. Sento qualcosa dentro, percepisco le tracce di un passato indelebile". Sono queste le parole di Enrico Verdolini, uno dei giovani volontari di Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), che si occupa attivamente di tenere viva la memoria di coloro che hanno lottato per la propria libertà. Assieme a lui sono moltissimi i ragazzi che ogni giorno si impegnano per la medesima causa, tra cui Elisabetta Silveto, Carlotta Martinelli e il giovanissimo Luca Scagliarini. Tutti accomunati da una storia familiare che li ha portati ad avvicinarsi fin da piccoli alla storia partigiana della Seconda Guerra mondiale, hanno poi deciso di dare un contributo concreto: "L’Anpi è il mio modo di fare politica, ritengo che la memoria dei terribili eventi passati sia importante tanto quanto fare attivismo per le nostre battaglie quotidiane" afferma Carlotta Martinelli, iscritta all’Anpi del quartiere Savena da tredici anni.

"In casa mia si è sempre respirato antifascismo: la prima a farmi avvicinare al tema è stata mia nonna materna Bruna, che mi raccontò di come i fascisti uccisero suo padre. Mio nonno paterno invece è ebreo, e fu costretto a scappare a Roma, ci ho fatto anche la tesina di terza media" racconta Luca Scagliarini, quattordicenne amico dell’Anpi del quartiere Saragozza, che continua: "partecipo agli eventi dell’Anpi e mi tengo sempre informato: molti miei coetanei non capiscono che se ad oggi possono esprimere liberamente il loro pensiero, è merito dei partigiani che hanno lottato per la nostra Costituzione. Andrebbe ricordato più spesso, è un dovere civico".

Quando viene chiesto loro quale sia il modo più giusto di portare avanti la memoria di quanto accaduto, ora che le testimonianze dirette dei partigiani stanno venendo meno per questioni anagrafiche, in molti sottolineano l’importanza della scuola: "A seguito della riforma Gelmini c’è stato un cambio d’impostazione didattica, togliendo l’opportunità a tanti di conoscere pezzi importanti della nostra storia. Io ho sempre avuto un dialogo familiare attivo sul tema, ma non tutti hanno questa fortuna" dichiara Elisabetta Silveto dell’Anpi Pratello. Lo stesso Luca Scagliarini, da studente, sostiene che i film visti a scuola possano avere un impatto diretto molto forte: "se li ricorderebbero in tanti". Enrico Verdolini, volontario dell’Anpi di San Donato cresciuto a Camerino (MC), ricorda il lavoro importante di istituti e personalità della città: dall’Istituto Storico Parri, che conserva un’ampia documentazione, alle indagini sul processo attuate da Marco De Paolis, riassunte in un volume uscito da pochi mesi. Verdolini stesso ha scritto un libro sul caso di Paolo Fabbri: "Leggendo un libro sulla storia della Resistenza di Bologna, mi sono imbattuto nella storia del viaggio che Fabbri ha compiuto per liberare la città. Sul processo della sua morte, c’era solo una riga. Mi è sembrato strano, ho trovato dunque il fascicolo intero del processo all’Archivio di stato, e ci ho lavorato sopra; sono sempre stato appassionato a questa parte di storia, anche perché mio nonno era stato deportato nei campi e me lo raccontava". Tutti i volontari di Anpi apportano ogni giorno un contributo personale alla perpetuazione della memoria partigiana: "Tocca a noi, che abbiamo avuto la fortuna di aver ascoltato le storie dei nostri nonni, portare avanti la tradizione di testimonianza" ricorda Elisabetta Silveto, originaria di Roma che si è unita all’Anpi del Pratello a seguito di un 25 Aprile trascorso in città. "Per citare Gramsci, non dobbiamo essere indifferenti. Spesso facciamo banchetti informativi, occupiamo le piazze nelle occasioni di ricorrenza, inoltre cerchiamo di avvicinarci ai giovani, con pagine social in cui pubblicizziamo tutte le nostre attività" conclude Carlotta Martinelli.