di Nives Concolino
Come in una staffetta, a Riccione il turismo balneare in questi giorni cede il passo a quello sportivo, nello specifico agli amanti della bicicletta in arrivo perfino dall’Argentina. Si è aperto infatti un nuovo varco, che si affianca a quello già collaudato dagli americani, canadesi, europei e italiani provenienti dal nord. È una nicchia che, come conferma Claudio Righetti, presidente del club di prodotto Bike Hotels, contribuisce sempre più a destagionalizzare, registra infatti un incremento del 3 per cento, 30mila i pernottamenti previsti in autunno. Da qui l’appello ai colleghi di tutte le categorie economiche, affinché continuino a tenere aperte la attività, almeno per tutto ottobre.
Si riparte con la stagione del cicloturismo. Quali aspettative?
"I nostri Bike Hotels hanno cominciato a ospitare i primi ciclisti già da qualche giorno. Si tratta di tedeschi e di austriaci che, come gli svizzeri e i belgi, fanno parte di quello zoccolo duro di base del nostro mercato di riferimento. Negli ultimi anni c’è stata una bellissima risposta soprattutto da americani e canadesi".
Le due ruote insomma vanno di corsa?
"I numeri cominciano a essere importanti, perché arrivano gruppi di venticinque-trenta persone, che non si fermano a Riccione tre-quattro giorni, ma almeno dieci, se non due settimane, perché qualcuno ne approfitta anche per andare a visitare Firenze, Venezia o Roma. Sono abituati a muoversi tanto. Alcuni per venire da noi prendono almeno due aerei, uno per fare i primi mille chilometri da casa e l’altro per arrivare in Italia. I connazionali giungono invece soprattutto dal Trentino Alto Adige, in particolare da Bolzano e Merano. Curiamo molto questo settore, i clienti sono soddisfatti e fanno il passaparola, per cui sta andando veramente bene".
Tradotto in cifre?
"Secondo le stime, tra primavera e autunno arriveremo a 100mila presenze, delle quali 30mila in questi due mesi. Si prospetta un incremendo del 2-3% rispetto all’anno scorso".
Di che clientela si tratta?
"È medio alta, benestante, una bellissima clientela con buona capacità di spesa. Mediamente sono turisti pensionati o che stanno per andare in pensione. In più casi vengono qui con le mogli, che poi girano in città per fare shopping. Il tutto crea movimento".
Quindi cosa serve?
"Anche se siamo a fine stagione, è importante che la città resti ancora operativa con ristoranti e negozi aperti, perché questi turisti ci consentono di lavorare per tutto ottobre. Senza di loro tanti nostri hotel dovrebbero chiudere già in questi giorni, perché dal 7 al 14 aprono tutte le scuole d’Italia. Noi coltiviamo con fatica e impegno questo segmento, anche nelle fiere, e facciamo una grande pubblicità. Chi arriva in queste settimane, anche per il congressuale, non può trovare una città chiusa, tra l’altro con una stagione che si profila bellissima fino a fine ottobre".
I Bike Hotels continuano intanto a investire?
"Assolutamente sì, perché questa clientela che siamo riusciti a fidelizzare cerca qualità nei servizi e nelle strutture. Sceglie gli alberghi migliori a tre e a quattro stelle, per cui bisogna innovare e rinnovarsi".
E anche creare piacevoli occasioni?
"Organizziamo escursioni nell’entroterra con tappa in agriturismo, nei borghi e nelle aziende dove si fanno degustazioni. Per esempio, si va a Coriano alla tenuta Santini, a Mondaino per degustare il formaggio di fossa con Chiaretti che interpreta Dante. Portiamo i clienti anche a Gradara, Saludecio, Mondaino, Montefiore e altrove. Ogni giorno percorrono 60-70 chilometri, a volte affiancati dalle mogli che usano bici elettriche, le migliori in vendita, perché anche loro vogliono degustare vini, oli e formaggi di qualità. È gente amante del buon cibo".