di Francesco Moroni
C’è chi l’ha definita "la storia infinita", chi un’Odissea, chi l’aspetta con trepidazione. Il restyling dello stadio è uno dei temi più caldi degli ultimi anni, fin da quella stagione 2014-2015 che ha visto Joey Saputo al primo anno da presidente del Bologna Fc, con il ritorno in Serie A e la volontà di mettere mano al Dall’Ara per renderlo più moderno e simile a uno di quei palazzetti inglesi di cui oggi si parla sempre di più. Nella classifica della ‘Qualità della vita’ stilata dal Sole24Ore, alla voce ‘Cultura e tempo libero’, la discriminante dell’attività sportiva è un indicatore importante.
In città sono tante le realtà floride e la tradizione di BasketCity è una storia tutta bolognese, che non ha rivali in Italia. Eppure, spesso, si sottolinea una carenza dal punto di vista delle infrastrutture e degli spazi per l’attività - Bologna non è neanche lontanamente sul podio quando si parla di palestre, piscine e altri poli.
Il caso del nuovo Dall’Ara è emblematico quando si parla di movimento sportivo, così come quello del Cierrebi, l’ex centro di via Marzabotto per anni abbandonato a se stesso e poi al centro di una serie di progetti di riqualificazione.
Tornando al restyling dello stadio, il 2023 potrebbe essere l’anno della svolta: prima dell’inizio dei cantieri in via Andrea Costa, però, serve l’ok definitivo alla casa che ospiterà le partite dei rossoblù fino al completamento dei lavori al Dall’Ara. Uno ‘stadio temporaneo’ previsto nell’area di Fico, il parco agroalimentare di Eataly in via Canali, su cui si dovrebbe decidere entro marzo.
Sul tavolo delle varie trattative c’è sempre stato il nodo delle famose ‘opere compensative’ (leggasi Cierrebi, appunto), poi, nel 2017, le nuove norme nazionali sugli stadi hanno messo i bastoni tra le ruote a Comune e società, che hanno dovuto far ripartire l’iter da capo.
Il progetto dello studio di Gino Zavanella intanto ha cominciato a prendere forma: copertura totale della struttura, mantenimento della Torre di Maratona, riduzione della capienza complessiva, rifacimento di curve e tribune in modo che fossero più vicine al manto erboso.
Nel 2018 è arrivato un altro sviluppo fondamentale: Palazzo d’Accursio entra in campo in prima linea con 30 milioni di euro pronti per essere investiti sul Dall’Ara (che alla fine dovrebbe avere un costo di circa 150 milioni a causa dell’aumento dei prezzi dovuto al caro-energia).
Tutto sembrava pronto per partire. Poi, è arrivata la pandemia, con ulteriori stop e rallentamenti. Fino al luglio dello scorso anno, quando Claudio Fenucci (ad del Bologna) e il nuovo sindaco Matteo Lepore hanno annunciato di essere arrivati a un punto di arrivo.
Entro marzo 2023, tutto ciò che riguarda lo stadio temporaneo deve essere chiuso, così da partire con le gare d’appalto ed essere pronti per il prossimo campionato, cioè la stagione 2023-2024, a ospitare le gare casalinghe degli uomini di Thiago Motta per campionato e Coppa Italia.
Il nuovo Dall’Ara dovrebbe essere pronto entro la fine del 2026, cioè quando arriverà a scadenza il mandato dell’attuale amministrazione.
Un’Odissea che potrebbe portare, dopo anni, a un gioiello ancora più brillante dell’attuale stadio, per una scossa importante all’intero movimento sportivo cittadino. Come sognano tutti i bolognesi.