Fellini, cinquant’anni di Amarcord Rimini celebra i suoi capolavori

Esposizione di disegni e proiezione al Fulgor dei film che hanno reso immortale il regista

Fellini, cinquant’anni di Amarcord Rimini celebra i suoi capolavori

Primavera di profumi, fiori e Federico Fellini. Rimini si accinge a celebrare il Maestro con le accortezze dovute a un turismo più avido di cultura. L’occasione perfetta la rappresentano i tanti anniversari con cui quest’anno il nome di Fellini echeggia nella storia del cinema e della sua città natale. Perché il 2023, scendendo nel dettaglio, è davvero l’anno giusto per la festa di tutto, o almeno tutto ciò che di Fellini ruota intorno a Rimini. I motivi di tanta concitazione si riassumono in una cinquina ricchissima. Si parte dai 70 anni de "I vitelloni" con cui resta indomita la trama di quei ragazzacci colti, donnaioli e molto speranzosi sul futuro. Celebrazioni anche per i 60 anni di "8 ½" che intanto la Bbc ha acclamato come il film più cool della storia del cinema, ed è forse il solo primato che Fellini ancora non si era visto aggiudicare. Poi ci sono i 50 anni di "Amarcord". E chi non ricorda nel cast la francese Magali Noel? Gradisca imbellettata fuori dal Fulgor, bellissima per gli occhi indiscreti della borgata riminese. E chi non ricorda il Rex? La nave grattacielo con i suoi ‘spasimanti’ ad ammirarla in notturna al di là dal molo. Ma non è finita perché nel 2023 sono passati 40 anni dall’uscita sul grande schermo di "E la nave va". Torna il mare quindi in Fellini con la storia del piroscafo Gloria N, ma torna anche il richiamo alla scultura scolpita della rinocerontessa che oggi solca maestosa le vie attorno al cinema Fulgor. Trenta anni fa, poi, arriva l’Oscar alla carriera per il grande Maestro. E sempre trenta anni fa, ecco, c’è la scomparsa dell’artista Fellini con i funerali in piazza Cavour e la folla che accompagnerà il feretro fino al cimitero dove è oggi sepolto assieme alla moglie Giulietta Masina. Ma di certo non è la fine dell’era felliniana. Insomma, la città offre un bouquet di celebrazioni con cui intinge la memoria dell’opera di Fellini riaffrescandola per i visitatori e per la comunità locale. Con discussioni e mostre, ma anche attraverso altre forme d’arte diverse dal cinema. Tutto volge a favore dell’organizzazione di questi eventi, a dimostrazione che la volontà con cui l’Amministrazione persevera sul mito di Fellini è inscalfibile, almeno dal 2021, quando è stato aperto il museo a lui dedicato.

Più che museo è qualcosa di speciale, unico nel suo genere, avviluppato nell’identica sostanza di cui sono fatti i film del Maestro. Ovvero quell’immaginario divenuto collettivo nonché patrimonio dei riminesi e della città, che il cineasta ha saputo, con estro, condividere attraverso i suoi film. Il Fellini Musuem è a suo modo itinerante attraverso piazza Malatesta, trasformata in suo onore in un outdoor ridisegnato a dovere intorno due figure geometriche e simboliche che richiamano il carosello finale di 8½ e la campagna romagnola di "Amarcord". Perciò la scena degli eventi 2023 doveva mostrarsi una sola, ovvero Fellinia. È Rimini il pianeta immaginifico ma soprattutto sognante del grande Maestro. Per Fellini, Rimini si è risvegliata ormai da tempo: l’intento è non solo quello di onorare di più uno dei suoi cittadini più illustri, ma anche offrire una sana ricarica alla cultura. Per le ricorrenze felliniane quest’anno la città pensa all’arte pittorica di Agim Sulaj, viaggiatore instancabile che espone al Fulgor fino al 19 marzo. I visitatori troveranno non solo i suoi dipinti a olio su tavola e tela, ma anche alcune vignette. Chi non ricorda le vignette di Fellini? Quelle che il Maestro donava agli amici, alcune si trovavano all’Embassy. Tornando alla mostra al Fulgor: è particolareggiato il pennello dell’artista che tratteggia abili schizzi traendo ispirazione da Fellini. Il pittore produce avidamente insistendo sulla sua infanzia e sul cinema di Fellini. Di origine albanese Agim Sulaj è folgorato infatti fin dalla tenera età che lo incolla con gli occhi fissi sulle scene di ‘Amarcord’. Al Fulgor, per il pubblico, c’è il frutto dei suoi colori trasformati nell’arte dedicata al Maestro. Ben 65 i fotogrammi del film a cui l’artista si è ispirato per narrare la storia di Fellinia, e a ciò corrispondono altrettanti 65 oli su tavola di piccole dimensioni che esaltano i ‘frame’ di colore e i tagli di luce capaci di comporre in arte le inquadrature del film. Infine il 13 e 14 aprile al cinema Fulgor verrà proiettato ‘I vitelloni’ di Federico Fellini, e per l’occasione si terrà un convegno pensato in collaborazione con l’università di Bologna. Rimini, insomma, grazie a Fellini guarda al futuro muovendo piccoli passi nella speranza di segnare un’altra grande casella che ha in oggetto la candidatura a capitale italiana della cultura nel 2026.

Andrea G. Cammarata