Porto di Ravenna: istituita la Zona Logistica Semplificata per attrarre investimenti

La ZLS del porto di Ravenna offre agevolazioni fiscali e amministrative per stimolare investimenti e occupazione.

Il provvedimento consentirà alle aziende dello scalo ravennate di accedere a una serie di vantaggi (foto Zani)

Il provvedimento consentirà alle aziende dello scalo ravennate di accedere a una serie di vantaggi (foto Zani)

Una importante pagina di sviluppo del porto di Ravenna si appresta a essere scritta grazie all’istituzione della Zona Logistica semplificata (Zls), strumento di attrattività in termini di semplificazione amministrativa e di possibili agevolazioni fiscali. La premier Giorgia Meloni ha firmato di recente il decreto legge che la istituisce. Il provvedimento consentirà alle aziende dello scalo ravennate e della regione Emilia-Romagna di accedere a una serie di vantaggi amministrativi e fiscali destinati a rendere il territorio più attraente per gli investitori, favorendo la creazione di nuovi posti di lavoro e l’aumento delle esportazioni. Le imprese che opereranno al suo interno potranno beneficiare di significative agevolazioni. Tra queste, il credito d’imposta applicabile qualunque sia la forma giuridica e la possibilità di convenzioni con banche per favorire gli investimenti. Inoltre, il pacchetto degli incentivi, che mira a snellire i processi burocratici, riguarda anche la riduzione degli oneri per le autorizzazioni ambientali, l’Imu e la Tari. L’iter attuativo della Zls prese il via nel 2018 e la proposta, approvata dall’Assemblea regionale nel febbraio del 2022, è stata messa a punto dopo un lavoro di condivisione con i territori mettendo in relazione le infrastrutture viarie e ferroviarie e le aree produttive commerciali del territorio. La Zona logistica semplificata dell’Emilia-Romagna coinvolge 11 nodi intermodali da Ravenna a Piacenza, 25 aree produttive, 9 province (Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini) e 28 Comuni (Argenta, Bagnacavallo, Bentivoglio, Bondeno, Casalgrande, Cesena, Codigoro, Concordia sulla Secchia, Conselice, Cotignola, Faenza, Ferrara, Fontevivo, Forlì, Forlimpopoli, Guastalla, Imola, Lugo, Mirandola, Misano Adriatico, Modena, Ostellato, Piacenza, Ravenna, Reggiolo, Rimini, Rubiera, San Giorgio di Piano).

Inoltre, a Ravenna, nei giorni scorsi il Consiglio comunale ha approvato il Documento di programmazione strategica di sistema (Dpss), che prevede le strategie di sviluppo del porto e ridisegna le competenze tra Comune, Regione e Autorità di sistema portuale. Grazie al Protocollo sottoscritto tra Comune di Ravenna e AdSP, lo sviluppo dello scalo e la relazione del porto con la città avverranno in maniera concordata tra i due enti. Questa operazione porterà anche a una razionalizzazione delle aree demaniali non portuali, per cui quelle con una funzione di servizio all’interno della città passeranno al Comune (ad esempio, viale delle Nazioni) mentre quelle più funzionali al porto (come la viabilità dello scalo) all’Autorità di sistema portuale. La tappa successiva è l’intesa della Regione Emilia-Romagna che dovrebbe arrivare a breve e, infine, l’imprimatur del ministero dei Trasporti entro 45 giorni.

Maria Vittoria Venturelli