Pierluigi Veronesi, una vita in auto da corsa

Adrenalina / Il 36enne originario di San Giovanni in Persiceto nel 2023 vicecampione del Campionato GT4 Italy: «Ho ancora tanta voglia di divertirmi»

Classe 1988, nel 2009 Veronesi si laurea campione italiano F.2000

Classe 1988, nel 2009 Veronesi si laurea campione italiano F.2000

«Ho 36 anni, il doppio degli anni di Kimi Antonelli, ma ho ancora tanta voglia di divertirmi sulle monoposto». Pierluigi Veronesi è appena tornato da Barcellona, una delle sue tante trasferte, perché se ha fatto della sua passione il suo mestiere, questo lo porta anche a girare almeno 160 giorni l’anno tra tutti i circuiti del mondo, ma soprattutto sulle tante piste dove provare i prototipi delle diverse marche con le quali collabora. Nato nel 1988 a Bologna, all’età di 8 anni, suo padre Gabriele gli regalò il primo go-kart e a 14 anni entrò nel mondo delle competizioni. La passione è tanta, così come le capacità tecniche. Nel 2004 era già vicecampione italiano Kart Cat. 100 Ica. Passano due anni e a 18 anni, nel 2006, vinse una gara per piloti indetta dal settimanale Autosprint, “Rampa di Lancio”, e fece il suo ingresso nel mondo delle corse automobilistiche. Poi la strada sembrava tutta in discesa ma passano altri tre anni, ed è il 2009 quando si laurea campione italiano F.2000 con una Dallara Formula 3 motorizzata Opel e gli fu conferito il Casco d’Oro Giovani da Autosprint. Entra in Lamborghini ma coltiva sempre la voglia di continuare a fare il pilota e passano cinque anni quando nel 2015 si laurea vicecampione F.2 I.T. ed è premiato da Giancarlo Minardi (ex Team Manager di F1) come vincitore assoluto del Memorial Luciano Conti. Ha trent’anni, nel 2018, quando iniziò la sua carriera europea debuttando nella Nascar con un ottimo quinto posto tra i debuttanti. Nel 2021 fonda un team nella Nascar europea, la Double V, gareggiando lui stesso in prima persona e ottiene il 5° posto assoluto. Nel 2023 all’esordio nel Campionato GT4 Italy è vicecampione e la sua gioia la esprime in un post sui social che dice tutto: «Ritornare alle competizioni dopo quasi 2 anni di stop non è affatto semplice, farlo con una vettura con l'80 % di potenza in meno rispetto a quella del passato, ancora meno. Non posso negare che la paura mi abbia avvolto, che dubbi e incertezze abbiano tormentato la mia mente, il mio futuro in tutto questo tempo. Ma una cosa è certa: dalla mia parte c'è tutta la dedizione e l'impegno necessari per poter lottare con i migliori. Guardo indietro e ringrazio coloro che mi hanno permesso di ricominciare. Gli amici e la famiglia che mi hanno sostenuto nei momenti più bui, i tecnici e gli ingegneri che hanno lavorato instancabilmente per rimettere in piedi la mia vettura, gli sponsor che hanno creduto in me nonostante le difficoltà, i medici, professori e fisioterapisti. A tutti loro devo un immenso debito di gratitudine. So che la strada sarà in salita, che ogni gara sarà una battaglia contro il tempo e contro me stesso. Ma ho imparato che i limiti sono solo ostacoli da superare, che ogni sconfitta è un trampolino di lancio per una vittoria ancora più grande. Ecco perché non smetterò mai di lottare, di sognare, di cercare il meglio di me stesso. Le sfide rendono la vita degna di essere vissuta e io sono pronto ad affrontarle. Non importa quante volte cadrò, mi rialzerò sempre, perché ho imparato che ciò che conta veramente è il coraggio di ricominciare, di non arrendersi mai». Se la sua storia nel mondo delle gare è lunga, l’esperienza sulle monoposto da collaudatore lo indica come uno dei conoscitori più esperti di ogni componente delle quattro ruote. È stato test driver in ricerca e sviluppo per Automobili Lamborghini dal 2011 al 2021, il più giovane nella storia del Marchio di Sant’Agata Bolognese, contribuendo allo sviluppo delle auto più prestigiose al mondo. Nel 2018 è presente sullo schieramento di Formula 1 alla guida dell’unico esemplare Urus CEA. «Per chi come me ha passato una vita a viaggiare, il Covid ci ha dato la possibilità anche di fermarci un attimo - confida - e ho voluto fondare una mia società che mi permetta non solo di correre, ma di mettere a disposizione degli altri tutti questi anni di esperienza». E così oggi è istruttore e coaching di guida sportiva, collabora con Puresport, azienda leader in Europa nei driving experience: «Creo esperienze per le aziende, cerco di mettere a disposizione delle aziende che ci sponsorizzano tutte le migliori opportunità che il nostro lavoro ci offre. Nello stesso momento, insieme all’ufficio stampa che mi segue, pensiamo anche a chi sta peggio di noi, anche se con basso profilo, per non sembrare di approfittare della nostra notorietà». E dopo tanti anni su e giù per il mondo ha comunque ancora tanta voglia di vivere emozioni: «Se potessi rientrare nella Nascar per me sarebbe straordinario. Correre davanti a 50.000 persone, magari insieme a piloti che hanno fatto la storia della Formula 1, mi riempie ancora di adrenalina e di voglia di gareggiare».