È singolare come su Modena esista da sempre uno sguardo strabico: ammirazione ed elogi per chi la guarda da fuori, brontolii e critiche per chi la guarda da dentro. Modena è da tempo una città attrattiva, è un dato di fatto. Attrae chi qui vuole venire a lavorare e chi cerca la mitica ‘città media felix’, dove si sta bene, ci sono servizi, ci sono benessere diffuso e occasioni di intrattenimento e cultura. Ma alla fine qual è la vera Modena? A dare un po’ di rigore al disordine dei pareri concorre da anni la classifica sulla qualità della vita stilata dal Sole 24Ore. Quest’anno, la città estense sale al settimo posto in Italia, dieci posizioni sopra al 2022. È nella top cinque per ricchezza e consumi e per l’occupazione, "un dato al quale tengo molto, perché il lavoro dà dignità", dice il sindaco, Gian Carlo Muzzarelli. E poi è terza per la "demografia, società e salute" e quarta per "la qualità della vita delle donne". Sindaco Muzzarelli, è soddisfatto della posizione che occupa Modena rispetto al resto del Paese?
"Fa piacere che al termine di questi dieci anni da sindaco la rilevazione del Sole 24Ore veda Modena ai primi posti d’Italia, con dei miglioramenti anche nei parametri più critici, come la sostenibilità, con la nota situazione di inquinamento della Pianura Padana. Non è un traguardo, ma è un ulteriore stimolo a lavorare sempre più e meglio". Da dieci anni è alla guida di questa città, di classifiche ne avrà tenute sotto controllo parecchie?
"Abbiamo guadagnato dieci posizioni in un anno, salendo al settimo posto in Italia. Non sono solito commentare le classifiche, anche quando sono positive come questa, ma fa certo piacere vedere che a conclusione del secondo mandato da sindaco la qualità della vita nel nostro territorio risulti migliorata. Non è un traguardo, bensì è un ulteriore stimolo a lavorare sempre di più e meglio, come stiamo facendo, per esempio, con i tanti progetti messi in campo grazie anche alle risorse europee, a partire dal Pnrr proprio col programma Next Generation Modena". Perché, a suo parere, questa città ha tutto il diritto di coprire le prime posizioni?
"Sicuramente per l’economia e per la ricchezza del territorio. Abbiamo la conferma di un tasso di occupazione molto alto – siamo quinti a livello nazionale – ed è importante, perché il lavoro dà dignità. Ma il miglioramento in classifica è dovuto anche ad altri fattori. Per esempio, siamo quarti nella graduatoria delle imprese che fanno e-commerce, a sottolineare anche l’innovazione che caratterizza il nostro sistema economico, e primi per la spesa delle famiglie per il consumo dei beni durevoli". Quando gli indici di benessere sono positivi, si danno per scontati servizi che qui da noi funzionano da sempre. Come le cure.
"Ha ragione, non è certo una novità che da noi vengono a curarsi anche da fuori regione, segno che abbiamo tra le migliori strutture e tra i più bravi professionisti del Paese. Ma non possiamo abbassare l’attenzione: è importante continuare a investire sulla sanità pubblica per evitare i tagli e per continuare a migliorare la qualità dei nostri servizi". Una delle piaghe della società è la disuguaglianza tra chi sta molto bene e chi invece ha meno diritti.
"È inutile fare finta che non esistono: anche da noi le disuguaglianze ci sono. Ma c’è un lavoro continuo, portato avanti dall’amministrazione ma anche dal mondo del volontariato, per fare sì che queste disparità si riducano. A questo proposito, mi preme ricordare il grande investimento fatto sulla parità di genere. Se Modena è città delle donne, con un alto tasso di occupazione femminile, tante donne tra gli amministratori pubblici e alla guida delle imprese, ciò è dovuto anche a una rete di servizi, a partire da quelli scolastici, che rappresenta una tradizione positiva per la nostra realtà. Con tutte le innovazioni necessarie, è un settore nel quale dobbiamo continuare a investire". La cronaca quotidiana riporta di un territorio modenese dove sono in aumento i furti, le rapine, la diffusione degli stupefacenti e le truffe informatiche. E, forse è il dato più pericoloso, le violenze sessuali.
"Sì, questo è un dato che fa davvero male – dice il sindaco –. Su questi aspetti è necessario moltiplicare l’attività di controllo del territorio ed è per questo che insistiamo col governo affinché garantisca a Modena la dotazione organica delle forze dell’ordine necessaria alla nostra realtà economica e sociale. E lo faccia anche elevando la questura in fascia A, così che la dotazione organica diventi strutturale, e non frutto delle iniziative di questo o quel ministro".