Dopo il boom dello scorso anno– quando circa 20mila persone sperimentarono in piazza Minghetti un nuovo modo di conoscere il vino nel calice, anche grazie a incontri e conferenze – torna oggi nel salotto del centro storico la seconda edizione della Bologna Wine Week. A raccontare le novità è proprio l’ideatore della kermesse che in questi giorni ha già avuto una sua anteprima a Palazzo Isolani, Gian Marco Gabarello.
Titolare dell’Enoteca Ebrezze in via Castiglione, il giovane imprenditore è arrivato a concepire questo nuovo format per la città dopo tante esperienze internazionali: a 36 anni, infatti, ha tracciato il suo percorso lavorativo attraverso vari continenti e settori, sempre guidato dalla passione per l’imprenditoria e l’enologia. Laureato in Economia aziendale a Bologna, ha intrapreso un’avventura in Brasile per valutare investimenti nel settore immobiliare. Si è poi trasferito a La Spezia per considerare l’opportunità di unirsi all’azienda di famiglia, un tempo leader nel settore delle costruzioni infrastrutturali e dopo un’esperienza finanziaria in una rinomata azienda di costruzioni a Roma, Gabarello è infine tornato a Bologna, sua città del cuore, fondando la propria società di sviluppo immobiliare e co-creando l’enoteca Ebrezze insieme a un caro amico, come socio di capitale.
Gabarello, oggi la troviamo di nuovo in città per la Bologna Wine Week. Quanto è importante questa manifestazione per la città in un momento così favorevole per il turismo?
"È un evento che sta diventando importante, credo che possa essere veramente un punto di forza in futuro per la città. È una cosa che mancava: lo scorso anno abbiamo scelto di lanciare la prima edizione ed è andata molto bene, stiamo vedendo un grande riscontro dalla città e i turisti hanno apprezzato allo stesso modo".
In che cosa si differenzia da altre iniziative legate al vino?
"Si può dire che sia diventato un evento per gli operatori, ma anche per i cittadini, che hanno la possibilità di fare una degustazione vera e propria –come quelle ’classiche’ per operatori a cui siano un po’ più abituati noi–, però in un contesto bellissimo come piazza Minghetti, una delle migliori piazze di Bologna, e in uno spazio con concerti e conferenze alle spalle. I presupposti sono tutti molto buoni e siamo carichi per questa edizione".
Alla base dell’evento quindi c’è il concetto del bere bene e di qualità.
"Quello indubbiamente, bere sempre bene e sempre di qualità. Abbiamo varie cantine provenienti da tutta Italia, molte anche dall’Emilia-Romagna. Sono tutti ottimi prodotti che ci permettono di offrire una varietà interessante di degustazione". Inoltre, torna domani e domenica pomeriggio lo spazio dedicato ai talk per approfondire alcuni temi legati al vino e non solo.
"Sì, la parte la parte di talk è molto importante. Per noi conta creare sempre una parte dal taglio culturale che dia alcune informazioni e nozioni interessanti alle persone, il tutto arricchito da concerti: abbiamo due live molto belli stasera e domani, con un programma palco che è po’ variegato e secondo me molto interessante".
Alice Pavarotti