Tra le eccellenze agroalimentari che fanno grande il Modenese ce n’è una particolarmente pregiata, disponibile soltanto pochi mesi l’anno, ma sempre molto apprezzata dagli intenditori: la Ciliegia di Vignola, che nel 2012 ha ottenuto l’Igp (Indicazione geografica protetta). A salvaguardare e a garantire la qualità dell’autentica Ciliegia di Vignola Igp è il relativo Consorzio di Tutela, al quale possono fare riferimento i produttori cerasicoli di un areale di 28 Comuni. Vignola, ovviamente, insieme a Castelfranco Emilia, Castelnuovo Rangone, Castelvetro di Modena, Guiglia, Lama Mocogno, Marano sul Panaro, Modena, Montese, Pavullo nel Frignano, San Cesario sul Panaro, Savignano sul Panaro, Serramazzoni, Spilamberto, Zocca, Bazzano, Casalecchio di Reno, Castel d’Aiano, Castello di Serravalle, Crespellano, Gaggio Montano, Marzabotto, Monte San Pietro, Monteveglio, Sasso Marconi, Savigno, Vergato e Zola Predosa. Su questi terreni, di origine alluvionale, si ottengono ciliegie davvero speciali e già più volte premiate a livello nazionale, distinguibili per lucentezza, brillantezza e sapore da quelle di altra provenienza. È una storia curiosa, quella della Ciliegia di Vignola, anche perché è abbastanza recente. I primi ciliegi risalgono infatti alla metà dell’Ottocento, quando queste piante cominciarono progressivamente a sostituire i gelsi, in seguito alla crisi che visse allora il commercio della seta. Nel Novecento la cerasicoltura prese definitivamente piede e, già negli Anni Trenta e poi nel Secondo Dopoguerra, la ciliegia divenne fonte di reddito per tante famiglie del territorio. "Oggi – spiega Walter Monari, direttore del Consorzio Ciliegia di Vignola Igp – in tutto l’areale sono circa 500 gli ettari sui quali si produce Ciliegia di Vignola Igp, declinata in una trentina di varietà. Ciò significa, in annate normali, una produzione tra i cinquanta e i sessantamila quintali. Un importante lavoro lo stiamo facendo tuttora sulla ricerca varietale, per arrivare a individuare cultivar resistenti al cracking (la spaccatura del frutto) ed evitare così il ricorso alle coperture. Ma anche le nuove varietà dovranno essere come quelle attuali: belle, buone e di grande calibro. Insomma, della massima qualità, una peculiarità da sempre riconosciuta alla Ciliegia di Vignola".
m. ped.