"Via Clelia è il posto giusto dove aprire un’attività, un punto centrale. Negli anni il viale è diventato sempre più bello, raccogliendo la storicità delle sue botteghe e la modernità dei nuovi negozi. E tra esercenti e residenti si va sempre d’accordo, a dire il vero sembriamo una famiglia". A fare gli onori della via, è Maria Pia Castagnetti, titolare dell’antica merceria Gomitolo d’Oro. E chi meglio di lei, che gestisce da più di 50 anni un negozio con più di 100 anni di storia alle spalle, che si è affermato come uno dei veri punti di riferimento del tessuto economico commerciale del centro storico.
Entusiasta di raccontare la sua storia, Maria Pia riordina i pezzi di un grande puzzle. "Qui, sono arrivata nel 1966, cinquantotto anni fa. Inizialmente la sartoria era al civico 13, in un locale di 36 metri quadrati. Avevo 19 anni quando chiesi un congedo di tre mesi alla Marazzi, la ceramica dove ho iniziato a lavorare a 15 anni. Ero giovane e con una passione: il commercio. La mia famiglia mi aiutò tanto, soprattutto a rilevare la sartoria. All’epoca infatti, fino a 21 anni non potevi ricevere la licenza, quindi se la intestò mia sorella maggiore". Circondata da un’infinità di articoli di merceria, Maria Pia inizialmente si sente spaesata. "Non conoscevo bene la merce – ammette – però il commercio mi è sempre piaciuto e questo mi ha aiutata; anche quando non avevo il prodotto che cercavano, sono sempre riuscita a vendere qualcosa. Tuttora ricordo le parole della signora Edda: sei proprio adatta, mi ripeteva". Il negozio del civico 13 era circondato da scaffali pieni di scatole, con una parete interamente ricoperta di bottoni risalenti ai primi del Novecento. "Era piccolo ma bello – ricorda la donna–. All’inizio, decisi di vendere solo la lana. Fu il periodo in cui quasi tutti lavoravano nelle ceramiche e le famiglie, guadagnando bene, potevano permettersi di spendere; e fino al 1980 ho lavorato e venduto tanto, anche perché piano piano le donne iniziarono a realizzare la maglieria a casa". Dopo la lana, ci fu il filato e poi il ‘lancio’ dei ricami. "Progettavamo i disegni da ricamare sulle tende" aggiunge, mentre apre le porte di una vecchia stanza al secondo piano del negozio, dove sono esposti tendaggi unici e autentici. "Per anni i nostri disegni sono apparsi sulla rivista Rakam e molti sono finiti persino in prima pagina. È stata una grande soddisfazione". Al civico 15 si è trasferita una trentina d’anni fa.
"Con me c’è Mara, la mia dipendente, che ha iniziato a lavorare al Gomitolo a diciotto anni– continua Maria Pia–. Lei è molto brava, soprattutto a realizzare i campioni di qualsiasi capo, e spesso spiega alle clienti come riprodurli con la lana che acquistano da noi". Ma come si fa ad attraversare il buio di una crisi economica, senza mai chiudere le porte della propria attività? "Bisogna sempre trovare un’alternativa – risponde Maria Pia Castagnetti –. Come ho fatto con i vecchi bottoni in galalite che non sono riuscita a vendere per tanto tempo. Li ho spostati da una parte all’altra del negozio, finché quest’estate ho pensato di trasformarli in bracciali ed anelli. Ora le clienti acquistano i maglioni e abbinano bottoni che hanno un valore inestimabile". Proprio di fronte, ci sono i coniugi Maria Luppino e Dany Ferri, con la loro gastronomia ‘Maria e Dany’. Li cogliamo con le mani in pasta, perchè qui si produce e vende la pasta fresca. "Portiamo avanti la produzione della tradizione emiliana: lasagne, rosette, tortellini, tortelloni – spiegano –. Prepariamo ancora i Calzagatti, un piatto caro ai nostri nonni" Maria spiega che ha rilevato l’attività 12 anni fa, "ma lavoravo in questa gastronomia come dipendente già da prima. Valeria, la ex proprietaria della gastronomia, mi chiese se volessi provare nella sua bottega, fu gentile. Da lei ho imparato il mestiere".