Il suo sogno? Duettare con il cantante Ultimo. Ma anche partecipare ad ‘Amici’ e, soprattutto, vivere di musica, la sua grande passione. Lui è Dicle, il soprannome con cui tutti lo conoscono: Enrico Di Clemente, 19 anni a dicembre, è già un autentico personaggio a Carpi.
La notorietà è arrivata nel settembre dello scorso anno quando Dicle ha partecipato a ‘Il Collegio’, programma televisivo italiano andato in onda su Rai Due. Vista la determinazione e la stoffa che lo caratterizzano, c’è da scommettere che il giovane carpigiano farà strada e magari, quel duetto con Ultimo presto diventerà realtà.
Dicle o Enrico: come preferisci essere chiamato?
"Dipende, hanno una valenza diversa: ‘Dicle’ è come mi chiamano tutti e mi conoscono. ‘Enrico’ è più intimo, per la mia famiglia e le persone più strette".
Deriva dal tuo cognome… "Esatto, ‘Di Clemente’, e ammetto di essere molto orgoglioso di questo soprannome, perché così chiamano anche mio padre Salvatore, mio fratello maggiore Riccardo e mio nonno Leonardo che però non c’è più. Se un domani, incrociamo le dita, diventerò famoso come vorrei, sarà un vero onore dare lustro al nome della mia famiglia. Devo tutto a loro: mi hanno dato il dono della vita. Sono legatissimo anche a mamma Sabrina: sono orgogliosi di me, mi spronano a fare quello in cui credo, ma al tempo stesso mi ricordano di tenere sempre bassa la testa e non illudermi".
Partiamo dall’inizio: come nasce Dicle con le sue passioni? "Ho due grandi amori: il calcio e la musica. Gioco al pallone da quando avevo 4 anni, una passione che mi ha trasmesso mio padre. E lo stesso può dirsi per la musica, l’ho nel Dna, sono cresciuto in mezzo alle note tra mio papà che suonava in uno piano bar e mio zio Franco, che ora non c’è più, che mi faceva ascoltare le canzoni di Renato Zero e di tanti altri artisti degli anni Settanta e Ottanta. Io ho iniziato a scrivere le mie prime ‘canzoni’ quando facevo le scuole medie e mi hanno aiutato contro il bullismo di cui ero vittima".
Bullismo?
"Sì, venivo bullizzato perché ero piccolino. La musica mi ha salvato. Soffrivo molto ma non volevo parlarne con i miei genitori per non farli stare male, così riempivo i fogli delle emozioni che provavo, erano i miei primi testi che poi, con una app del telefono, trasformavo in canzoni, sia pure a livello molto amatoriale".
E non hai più smesso di scrivere…
"Sì, anche se le tematiche sono cambiate. Ho iniziato a scrivere d’amore, avevo 16/17 anni, la prima fidanzatina, la mia autostima è aumentata, ho cambiato stile, taglio di capelli. Ho scritto ‘Dubai’ ma non l’ho mai postata, come tante altre canzoni rimaste solo mie…".
Poi cosa è cambiato?
"Ho conosciuto un produttore importante, di cui per adesso, per scaramanzia non voglio fare il nome, e lui ha creduto in me: stiano collaborando e prima di Natale uscirà il nuovo singolo che ho registrato con una ragazza di Roma, Ary, con la quale stiamo mettendo in piedi vari progetti per il futuro".
Cosa ha rappresentato per te ‘Il Collegio’?
"E’ stato il trampolino di lancio, mi ha aperto gli occhi sul mondo e anche sulle persone, sono maturato, il contatto con tanti fan che mi apprezzano è stata come una ‘rivincita’ rispetto al bullismo che ho patito; tanti ragazzini e ragazzine mi fermavano per fare una foto con me, ma anche gli adulti: in quel momento ho capito che potevo essere orgoglioso di me stesso, ma grazie alla mia famiglia ho sempre tenuto i piedi per terra".
Come mai hai scelto di partecipare?
"Tre anni fa avevo fatto il provino ma non era andato. Poi non ho più mandato la richiesta fino a quando, per caso, imparo da un video di Tik Tok che il casting era aperto: ci ho riprovato e dopo cinque giorni mi hanno contattato per andare a fare il provino a Milano, era il 3 giugno 2023 e mi hanno preso. Ho trascorso 20 giorni dentro a ‘Il Collegio’ per un totale di sei puntate. Penso di essere piaciuto perché sono stato me stesso, con l’educazione che mi hanno trasmesso i miei genitori. Lì è tutto vero, ci sono delle regole, l’impatto emotivo è forte, è un mettersi in gioco che fa maturare, è l’avventura che può cambiare la vita e che puoi vivere ‘adesso o mai più’ e io ho scelto l’‘adesso’. E mi sono anche divertito".
Da tre anni lavori anche nei bar di Carpi
"Ho frequentato la scuola alberghiera, il Convitto nazionale Corso di Correggio. Da giugno lavoro al bar Dorando in piazza Martiri, lo faccio per non dipendere dai miei genitori e avere un mio stipendio, ma io voglio cantare, vivere della mia arte, imparare a suonare il pianoforte che bene si accosta ai diversi miei stili di canto".
Un tuo punto di riferimento musicale?
"Assolutamente Ultimo. Anche lui è partito dal ‘nulla’, ha fatto Amici, poi San Remo Giovani, mi rivedo moltissimo in lui, anche nel modo di scrivere. Vorrei tanto incontrarlo e fare un feat con lui, sarebbe sicuramente il punto più alto della mia carriera".
Carriera che è in rapida ascesa…
"Dopo l’uscita di ‘Baby’, la canzone con Anita che ha concluso l’ultima puntata de ‘Il Collegio’, con oltre 300mila riproduzioni, per un anno mi sono allontanato dalla musica e dal calcio, dai social. Poi grazie all’incontro con il mio agente ho ripreso in mano le mie passioni e con certezza so cosa voglio fare di lavoro: cantare. Grazie a lui sono anche entrato a fare parte della Nazionale Cantanti, ho debuttato il 6 ottobre e ho pure fatto gol, sto conoscendo tanti artisti, sempre però seguendo il motto della mia famiglia: gradino per gradino, senza montarsi la testa".
Dunque, obiettivo cantante? "Sì. Sono autodidatta, mi alleno tutti i giorni con la voce, specie in bagno perché c’è un’acustica bellissima sembra di stare in una sala di registrazione E punta a partecipare ad ‘Amici’, farò il provino, spero di farcela perché la reputo una possibilità per farmi conoscere, nelle mie canzoni e nella mai personalità".