Batte anche un cuore carpigiano nell’associazione ‘Medici con l’Africa – Cuamm’ di Modena-Reggio Emilia, attiva sul nostro territorio dal 2004.
Da quattro anni, infatti, è entrata a fare parte del Consiglio Missionario Diocesano di Carpi, città di origine di numerosi volontari (nonché soci fondatori, come i dottori Glauco Coccapani e Vincenzo Ferrari) e dove si trova la sede legale del gruppo (Casa del Volontariato di viale Peruzzi).
"La nostra sezione locale – spiega il dottor Andrea Foracchia, ginecologo, presidente dell’associazione dal 2014 – è uno dei numerosi rami del grande albero di Medici con l’Africa-Cuamm, nata a Padova che, da oltre 70 anni, si rivolge all’Africa offrendo una assistenza sanitaria fatta soprattutto di formazione, collaborazione e condivisione".
La preposizione ‘con’ esprime da sola "la filosofia e il modo di agire di questa che è la prima organizzazione di cooperazione sanitaria riconosciuta in Italia per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane: Medici ‘con’ l’Africa e non ‘per’ l’Africa. Il nostro scopo – sottolinea il medico – è ‘con-dividere’, ossia lavorare al fianco delle realtà locali per aiutarle e sostenerle, ma nel pieno rispetto delle autonomie. Riorganizzare gli ospedali che sono governativi o diocesani, per formare le basi tecniche, mediche e infermieristiche. Lavorare fianco a fianco, insieme: questo garantisce la prosecuzione delle opere anche dopo il nostro rientro in Italia".
L’associazione ha scelto di sostenere progetti sanitari in Etiopia e soprattutto in Tanzania, partendo da situazioni di oggettiva e riconosciuta carenza di assistenza sanitaria: "La formazione del personale locale è fondamentale: per questo il Cuaam in Italia è convenzionato con 29 facoltà di Medicina e Chirurgia che consentono agli studenti del V e VI anno di andare un mese negli ospedali africani per avvicinarsi a quel mondo.
Inoltre, abbiamo un accordo con le scuole di specializzazione: gli specializzandi del V anno possono fare 6/12 mesi del loro percorso formativo in qualche ospedale in Africa.
Sono ben oltre 200 quelli già partiti: tra questi circa una trentina dall’Università di Modena e anche molti carpigiani. Si tratta per lo più di pediatri, ma anche internisti, chirurghi e igienisti. Là lavorano con i nostri medici e fanno un’esperienza sul campo che garantisce una potenza di cambiamento al loro ritorno in Italia".
Tra poco rientrerà la dottoressa carpigiana Francesca Dalla Porta, pediatra, che dopo un primo periodo di sei mesi con ‘Medici con l’Africa Cuamm’, a metà di novembre scorso è ripartita per un anno per l’ospedale di Tosamaganga in Tanzania.
Sono circa un centinaio i soci, tra Carpi, Modena e Reggio Emilia: "E’ bello vedere come il nostro gruppo stia crescendo, con nuovi soci, giovani e determinati – commenta il presidente –. Questo indica un forte radicamento nel territorio: le testimonianze di chi torna ravvivano in tutti noi lo spirito che ci ha portato ad aderire a questa importante realtà". A fine luglio, un’altra dottoressa carpigiana, Ambra Girotti, già medico anestesista sempre all’ospedale Ramazzini, e membro del Consiglio Missionario Diocesano di Carpi, ha trascorso una settimana con altri volontari nell’ospedale di Tosamaganga, accanto alla collega Dalla Porta.
"Quello che mi ha spinta ad entrare nel Cuaam – spiega la dottoressa Girotti – è stato quell’avverbio: quel ‘con’ l’Africa. Occorre seminare, superando tante burocrazie, per realizzare la nostra missione che è la formazione di persone del luogo, come infermieri, ostetriche. Solo così puoi ‘cambiare’ l’Africa. Inoltre, occorre seminare anche qui in Italia, per sensibilizzare le persone e riuscire a trovare le risorse necessarie. Pur essendo nato come istituto di formazione missionaria, la missione è laica: lo stesso nostro presidente don Dante Carraro è sì un prete ma anche un cardiologo".