Foto Manfredini, memoria storica del Frignano

La nota attività di Pavullo ha rilevato l’archivio Storchi con scatti a partire dal 1927. “Stiamo digitalizzando il materiale, custodiamo ricordi”

In alto William, Gioacchino, Marco e Luca. E foto storiche, tra cui il negozio Storchi

In alto William, Gioacchino, Marco e Luca. E foto storiche, tra cui il negozio Storchi

Foto Manfredini è la memoria storica visiva per eccellenza del Novecento pavullese.

Nel suo archivio sono custodite migliaia di pagine di storia impresse su lastre o su pellicola dal 1927 in poi. Da un anno a questa parte, più volte alla settimana, l’attività pubblica sul profilo Facebook immagini d’epoca inedite sotto al titolo ‘Mostra fotografica storica on Line. La storia di Pavullo. Prima e Poi’.

L’iniziativa ha da subito riscosso un grande interesse: tanti i like, tanti i commenti e le richieste che arrivano nel negozio di via Giardini 53. Si scatena quasi una gara fra i followers per riconoscere i luoghi e le persone ritratte. E allora affiorano ricordi, episodi vissuti che a loro volta arricchiscono la storia locale.

I proprietari – William, Gioacchino detto ’Chino’ e i figli di quest’ultimo Marco e Luca – ora si raccontano, tra passato e presente. Nel 1965, il noto fotografo Guglielmo ’William’ Manfredini, assieme al fratello Gioacchino ’Chino’, rilevarono l’attività del Cav. Storchi, del quale erano stati allievi e con essa anche tutto l’archivio fotografico. Dal 1927 sono presenti momenti di vita, panorami, eventi e tutto ciò che riguarda la storia, le tradizioni e la cultura del territorio.

Chi era Remo Storchi autore delle foto dal 1927 al 1965?

“Il maestro Cav. Storchi venne a Pavullo attorno al 1925, aveva imparato l’arte fotografica dai fratelli Sorgato di Modena.

In pochi anni si fece conoscere in tutto il Frignano. Era un bravo professionista”.

Da quanto tempo state digitalizzando i negativi?

“Abbiamo iniziato nei primi anni 2000. Stiamo digitalizzando ad alta risoluzione una parte delle lastre e questo tipo di attività l’abbiamo portata avanti nei ‘ritagli’ di tempo a nostre spese, impegnandoci anche economicamente per l’acquisto di materiali e attrezzature sempre più all’avanguardia per la digitalizzazione e archiviazione.

Ad oggi abbiamo selezionato e digitalizzato solo una minima parte di tutto il materiale dell’archivio. Il procedimento avviene mediante scanner altamente professionali e sistemi di archiviazione e backup digitali di alto livello”.

Oltre all’archivio Storchi avete altre collezioni fotografiche?

“La nascita del progetto di Archivio Storico del Frignano avviene dal momento in cui l’archivio del nostro studio fotografico acquisisce nuovi e importanti elementi fotografici dalla famiglia del collega Rino Adani, in particolare la moglie Rita Benedetti, e dalla famiglia dell’editore Diego Zanichelli nella figura della figlia Laura. Nell’ultimo periodo abbiamo acquisito anche l’archivio storico del noto fotografo Antero Casacci di Lama Mocogno, donatoci dal nipote Emanuele. Ringraziamo sempre calorosamente e con affetto le famiglie che ci hanno donato questo prezioso materiale. Siamo sempre disponibili a custodire negativi e lastre di coloro che hanno piacere di collaborare con noi affinché il loro patrimonio fotografico non vada perduto”.

Quindi il vostro archivio diventerà un contenitore di immagini dell’intero Frignano e oltre? “Quello è il nostro intento. Chiunque volesse affidarci materiale d’epoca potrà contare sul nostro supporto per l’archiviazione, la conservazione e la catalogazione al fine di preservare la memoria storica della nostra comunità”.

Oltre all’apprezzamento avete sostegni concreti?

“Lo scorso dicembre, il nostro cliente Giorgio Barbieri (Barbergas) e i suoi figli Valeria e Alessandro ci hanno reso orgogliosi del nostro lavoro con una donazione importante per sostenere e sviluppare il progetto, un gesto che va oltre la semplice donazione. É stato compreso il valore del nostro lavoro, della nostra ricerca, della cura e dell’amore verso il nostro territorio: quello che era in passato e quello che è oggi dandoci una spinta maggiore a proseguire. Purtroppo, ad oggi, è stato l’unico che ha compreso l’importanza del progetto. Gli enti pubblici, le associazioni delle imprese del territorio, pur apprezzandolo, non riescono ad essere efficaci allo stesso modo”.

Walter Bellisi