Da San Martino a Monte Sole. Pellegrinaggio nei luoghi del dolore

Il Parco storico custodisce le tracce della furia nazifascista e le vicende della brigata partigiana Stella Rossa

Frammenti di muri, perimetri di case e chiese, tracce di vite lasciate a metà. Le borgate sfigurate dal passaggio della furia nazifascista oggi appaiono come congelate in una fotografia scattata all’indomani dell’eccidio. Il Parco Storico Regionale di Monte Sole custodisce le pagine di quel libro di storia che si può sfogliare camminando fra i luoghi della strage, soffermandosi su mattoni muti, su vuoti mai più riempiti, sul fruscio del vento che riporta le voci di 80 anni fa. Un itinerario tematico consente di rivedere, con la lentezza del cammino, l’orribile film della strage. Un invito sempre valido alla riflessione e alla memoria, aperto per 365 giorni all’anno.

I luoghi toccati da questo percorso sono anche tra i più significativi nella storia della Brigata

Partigiana Stella Rossa. Nata a Vado, lungo la valle del Setta, essa combatté tra queste alture fino ai giorni dell’eccidio, che segnarono la fine della formazione. Molti dei sentieri che innervano il territorio del Parco sono gli stessi un tempo utilizzati dagli abitanti di Monte Sole e, durante la guerra, dai partigiani. A San Martino, dove si trovano i resti della chiesa e di un’abitazione, i nazisti infierirono con violenza il 30 settembre 1944. Vicino al cimitero un cippo ricorda i religiosi uccisi dai nazifascisti nel 1944. Attualmente a San Martino restano i ruderi della chiesa e dell’antico borgo; il cimitero è stato ricostruito nel dopoguerra. Caprara di Sotto ricorda tempi antichi in cui la maggioranza della popolazione abitava sulla montagna. I ruderi che si possono intravedere sono quelli di una casa in sasso, che ospitò la sede comunale fino al 1828. Quelli di Caprara di Sopra riportano invece al massacro, il 29 settembre del ’44, di una cinquantina di persone che si erano radunate nell’osteria-drogheria che qui sorgeva. Presso Casaglia sono visibili i ruderi della Chiesa di Santa Maria Assunta e il cimitero, dove vennero massacrate circa 80 persone e dove ora riposa don Giuseppe Dossetti, fondatore della Comunità della Piccola Famiglia dell’Annunziata ospitata dai due monasteri di Casetta e Podella. A Cerpiano il massacro durò due giorni e fu perpetrato all’interno dell’oratorio di cui ora restano i ruderi. Altre località dell’eccidio che si possono raggiungere sono Dizzola e Brigadello, San Giovanni di Sotto, Prunaro di Sopra, Prunaro di Sotto, Aravecchia e Cadotto, dove fu ucciso tra gli altri il comandante della Stella Rossa Mario ’Lupo’ Musolesi, Maccagnano, Termine, Creda, Colulla di Sopra e Colulla di Sotto. A Pioppe di Salvaro merita di essere ricordata l’ex canapiera, nelle cui vasche caddero molte vittime nazifasciste. Molti di questi luoghi, come Brigadello, Prunaro di Sopra e Prunaro di Sotto furono, in momenti diversi, sedi del comando o dei vari gruppi in cui era suddivisa la Brigata Stella Rossa. Lungo tutto il percorso si incontrano cippi, targhe e croci, poste negli anni da soggetti pubblici e privati per mantenere la memoria della strage. Su Monte Sole sono visibili anfratti nella roccia che servirono da rifugio e riparo per chi combatté in questi luoghi nel 1944-45, e trinceramenti costruiti dall’esercito tedesco durante la guerra, visibili anche su Monte Caprara.

Sulla vetta, un cippo in pietra a ricordo della Brigata Stella Rossa. La bellissima vista che si può godere dalla vetta riporta alle motivazioni di tipo strategico che spinsero i nazisti a voler occupare quest’area, le cui cime permettono di dominare le vallate dei fiumi Setta e Reno e le due linee stradali e ferroviarie che qui corrono. Ora, la natura ha in buona parte riconquistato ciò che l’uomo ha dovuto abbandonare ed è stata buona custode di memorie che non sbiadiscono.