Chissà se domani sera, mentre salirà i gradini del tunnel del ’Cabassi’ prima di Carpi-Rimini mister Cristian Serpini penserà a quanti (di gradini) ha dovuto salire nella sua carriera per arrivare fino a lì. È il giorno del debutto in C del Carpi e del suo assoluto fra i professionisti, coronamento di un 2024 da capogiro, con la clamorosa rimonta promozione (13 vittorie e 3 pari nelle 17 gare da gennaio a maggio), l’addio al lavoro e la firma del primo vero contratto da allenatore.
Mister Serpini, il sogno è diventato realtà.
"Non mi piace troppo guardarmi alle spalle, ma c’è tanta strada fatta e ne vado orgoglioso".
Quali sono le sensazioni del debuttante?
"C’è tanta emozione ed entusiasmo, tanta voglia di cominciare, abbiamo fatto un percorso di lavoro positivo in questo mese, con applicazione ottima da parte del gruppo. È chiaro che serve qualcosa in più rispetto a quello fatto in queste prime uscite, le gare con Feralpi e Clodiense ce lo hanno detto chiaramente. Ci attende un avvio impegnativo, affrontiamo subito sette squadre fra le più blasonate e forti".
Si ricorda la prima volta in panchina?
"Era il 2005, giocavo ancora e ci fu la possibilità di lavorare nello staff della Rappresentativa femminile regionale Under 14, con cui vincemmo il titolo italiano. Poi mi feci male al ginocchio, a fine stagione mi operai e Max Serra, mio allenatore al Calcara, mi chiese se volevo prendere in mano la squadra in Seconda, perché sarebbe diventato il ds. Per un anno allenai e giocai, ma scendevo in campo il meno possibile, non mi piaceva mettermi dentro al posto di un altro. E l’anno dopo chiusi col calcio. Da lì è cominciato tutto". Come è stata questa estate? "Molto diversa dalle altre. Ho cambiato la vita, lasciato il lavoro e sto dedicando tante ore alla mia preparazione e a migliorare tutte le lacune che ho per affrontare la C. È stata un’estate bella e intensa, non mi sono riposato tanto".
Che campionato sarà per il Carpi?
"Il nostro girone è come una B2, credo che sia sotto gli occhi di tutti, ma lo affronteremo con l’ambizione di giocare a calcio, il presidente sa che non faremo le barricate per salvarci. La chiave, anche in fase difensiva, è il possesso palla. Dovremo giocare una gara alla volta come fatto nel girone di ritorno dell’anno scorso, migliorare allenamento dopo allenamento e gara dopo gara".
Quale è la differenza dall’anno scorso?
"Che in D a volte anche al 90% si poteva vincere la gara. Ora col 90% quasi sempre si perde in C. Ma dipenderà sempre da noi, se facciamo bene possiamo mettere in difficoltà chiunque, non partiremo con nessuno per subire la gara, se gli altri saranno più forti gli stringeremo la mano".
Chi sono le sue favorite?
"Penso che le nobili Perugia, Ternana, Spal e Ascoli siano assieme alla Torres, che ha cambiato pochissimo, le cinque più forti. Subito dopo metto Entella e Arezzo. Poi ci sono 8/10 squadre che hanno qualcosa in meno e di sicuro ci sarà una sorpresa, quindi il resto del gruppo".