Se il nuovo Ds Francesco Palmieri salda il Sassuolo al suo presente, Carlo Rossi e Remo Morini lo tengono ben ancorato ad un passato che non passa, e tra piazza piccola – dove il Sassuolo festeggiava le promozioni che hanno scandito l’era Mapei – e piazza Risorgimento, dove c’è il Ricci, è ancora storia e soprattutto memoria. Presidente il primo, uomo-Mapei nel distretto ceramico che Giorgio Squinzi volle numero 1 dell’organigramma neroverde quando, 20 anni fa, acquisì la società, addetto agli arbitri e responsabile dei rapporti con la tifoseria il secondo, che il Sassuolo Calcio lo bazzica dagli anni ’80, quando Rossi era ‘solo’ presidente del Braida, una delle tante società parrocchiali di una Sassuolo che non c’è più.
Non c’è più il Braida, inghiottito dalla crisi che ha cancellato il calcio ‘minore’, quello che si giocava tra parrocchie e quartieri, e non c’è nemmeno più il primo Sassuolo cui si affacciò Remo Morini, quello che si barcamenava tra serie D e C2 (bassa, quando non bassissima), ma nel Sassuolo che salpa verso la stagione che verrà piace ci siano ancora entrambi, dentro i quadri societari.
Ai loro posti, a ricordare al colto e all’inclita che prima degli 11 anni di serie A c’è stata comunque una storia, fatta di passione e sacrifici, che l’intuizione di Giorgio Squinzi ha portato lontanissimo. Per intervistare il ‘signor Mapei’, che planava da Milano dicendo ‘andremo in serie A’, allora, si andava al Ricci, e Rossi & Morini c’erano, tra l’antistadio e il campo da dove il Dottore seguiva i primi passi della ‘sua’ creatura.
Oggi che Giorgio Squinzi non c’è più e i dirigenti si intervistano solo in conferenza stampa, Rossi & Morini sono ancora lì, a saldare il ‘nuovo’ Sassuolo a quello che è stato. Roba da paese, certo, soprattutto in tempi accelerati come questi, fatti di post e like, ma roba che a Sassuolo, che resta un paese, ci teniamo stretta, ben rappresentata dai dioscuri che del Sassuolo hanno fatto, a loro modo, la storia. E, magari non succede, ma se succede ci piacerebbe da matti rivederli di nuovo abbracciarsi, Rossi & Morini, come quel 18 maggio 2013 che spedì il Sassuolo dove nessuno dei due pensava potesse arrivare. Appuntamento a fine maggio, allora: si abbracciassero ancora, i due, per la Sassuolo neroverde sarà un (altro) giorno da ricordare.
s.f.