Era un torrido agosto del 2021 quando Claudio Lazzaretti venne in soccorso del calcio carpigiano. Erano i giorni in cui Marcell Jakobs a Tokyo volava sui 100 metri col tricolore sulle spalle, una corsa contro il cronometro simile a quella che l’imprenditore del marchio Texcart aveva davanti per evitare che il Carpi scomparisse. Tre anni dopo, se i biancorossi stanno pe assaporare di nuovo il palcoscenico della Serie C, il merio è soprattutto suo e della sua costanza. In quell’agosto di 3 anni fa il vecchio Carpi Fc da poco escluso dai campionati aveva lasciato dietro soltanto macerie. Lo stadio ’Cabassi’ inutilizzabile, il settore giovanile azzerato e una squadra da ricostruire da zero a un mese dal via del campionato. Senza certezze sulla categoria da cui ripartire, Lazzaretti non ci pensò su un attimo: da carpigiano, dopo 12 anni al timone della Correggese (portata dalla Promozione alle soglie della C), era il momento di tornare a casa, riprendendo in mano quella società di cui era stato vice presidente e responsabile del settore giovanile ai tempi della gestione Salami a inizio anni 2000. Nonostante il gruppo guidato da Forlenza abbia tentato in tutti i modi di mettere i bastoni fra le ruote alla nuova società, quel Carpi (come Athletic) riuscì a ripartire dalla D, riappropriandosi dello stadio. E così dopo 3 anni, oltre alla ricostruzione dell’intera filiera del settore giovanile, è arrivato l’agognato ritorno in C per il presidente-tifoso, affiancato dai figli Chiara e Andrea e da un gruppo di lavoro tutto made in Carpi, capace di risvegliare la passione di una città e di portare quasi 4mila tifosi allo stadio.
È stato un cammino lungo e tortuoso, in cui il Lazzaretti ’mangia allenatori’ della stagione d’esordio in D (chiusa al 5° posto) è diventato il Lazzaretti riflessivo dello straordinario campionato appena concluso. Non si è fatto abbattere nemmeno dalle delusioni del secondo anno, quello 2022-23, cominciato col ritorno del marchio Ac Carpi e tante aspettative, ma naufragato già a novembre, con Giana e Pistoiese da subito troppo lontane. La scorsa estate la svolta: Cristian Serpini al timone e il ds Riccardo Motta sono diventati da subito un binomio che ha tenuto la ’barra’ dritta nei momenti più duri ricevendo in cambio la fiducia di Lazzaretti anche quando tutto sembrava perso, mentre la promozione a dg di Enrico Bonzanini ha dato solidità alla società e creato un filo diretto col territorio. Un terzetto che quest’anno ha perso Motta e visto l’arrivo del ds Bernardi per costruire il primo Carpi da C targato Lazzaretti, in grado di attirare nuovi partner carpigiani come il main sponsor Sarchio. "Mi dicono che devo dire che dobbiamo solo salvarci" aveva scherzato con la stampa nel giorno della presentazione di abbonamenti e nuove maglie. Ma in attesa di dare vita anche al museo del Carpi, altra promessa fatta tre anni fa, il patron-tifoso si gode lo sbarco in C di quei colori che porta nel cuore.