Il direttore Palmieri promosso in prima linea: "Saprò ripagare la fiducia della società"

Dovrà affrontare una sfida inedita: ricostruire l’organico e disputare il complicato campionato di serie B per restarci il meno possibile .

Il direttore Palmieri promosso in prima linea: "Saprò ripagare la fiducia della società"

Francesco Palmieri (il primo da sinistra),. dirigente neroverde che Giovanni Carnevali ha promosso dal settore giovanile all’organico della prima squadra

Per noi che scriviamo, e ogni giorno cerchiamo notizie o dichiarazioni da raccontare ai lettori, è cambiato poco. Perché se pochissimo ‘scuciva’ Giovanni Rossi, fino a giugno Direttore Sportivo del Sassuolo, conosciuto nell’ambiente come ‘il muto’ proprio per la sua riservatezza, chi è arrivato al suo posto regala, se possibile, ancora meno. "Niente virgolettati, mi raccomando", è solito dire a chi lo interpella il nuovo Ds del Sassuolo, Francesco Palmieri, ma i virgolettati non servono, perché ‘Checco’, come lo chiama chi lo conosce bene a dispetto di aspetto burbero, dentro ai virgolettati ci mette pochissimo. Troppo ha da fare, il dirigente neroverde che Giovanni Carnevali ha promosso dal settore giovanile all’organico che conta, per dilungarsi su quello che si può fare, si è fatto e si farà, e del resto la ‘ricostruzione’ che i neroverdi retrocessi gli hanno affidato di tempo gliene lascia pochissimo.

Soprattutto dentro una stagione che lo vede affacciarsi al calcio che conta. Intendiamoci, non che Palmieri non fosse già dirigente apprezzatissimo, responsabile di un vivaio del Parma portato oltre il fallimento dei ducali con una bacheca zeppa di trofei, e arrivato poi nel Sassuolo a riempire anche la bacheca neroverde, vuota prima del suo arrivo, ma fare il DS nel Sassuolo che si affaccia alla serie B per restarci il meno possibile è un’altra cosa. "Niente virgolettati", il refràin, e a questo si sta.

E mentre Palmieri lavora per aggiungere – e togliere – quello che non serve al Sassuolo di Fabio Grosso, noi ci rifacciamo alla sua presentazione, e alle sue ultime dichiarazioni ‘virgolettabili’ che raccontano la sua promozione nell’organico della prima squadra come "un grande traguardo, che ho rincorso mettendoci tutto me stesso. Ringrazio la proprietà e Giovanni Carnevali per la fiducia che mi hanno accordato, che farò in modo di ripagare, perché al Sassuolo devo tantissimo. E le ambizioni della società sono anche le mie".

Lo disse il giorno della sua presentazione da DS e, dopo le foto di rito, raccontano fosse già in ufficio a cercare di capire quanto e cosa si potesse fare per allestire un organico in grado di riportare il Sassuolo in serie A. Da giocatore era centravanti – discreta carriera tra A e B, chiusa nel 2003 nel Bari, la squadra della città in cui è nato nel settembre 1967 – di quelli ‘scomodi’ e dai modi spicci, che gli stopper picchiavano, ripicchiati. Da dirigente, con i settori giovanili come sfondo, ha sempre avuto le sue stelle polari nella ‘formazione dei ragazzi’ e nella necessità di farne ‘prima uomini, poi giocatori’, facendo bene nel Parma prima, nel Sassuolo poi. Ha sempre guardato, Palmieri, alla tecnica dei giocatori, ma senza perderne di vista la testa, "perché – disse una volta – il calciatore bravo comincia da quella" e non si esclude che nelle tante ‘epurazioni’ nel gruppo neroverde che hanno tolto dai radar i cosiddetti ‘scontenti’ ci sia anche questa suo visione del mestiere di calciatore.

Perché rispetto ai vivai in B, e più in generale nel calcio ‘dei grandi’ cambiano i giocatori e cambiano le teste, come noto, ma ‘Checco’ ci si è messo dietro, e vallo a sapere che non ci azzecchi anche questa volta, nel riorganizzare il gruppo in neroverde che rincorre la serie A. In B, da giocatore, Palmieri ha giocato 163 presenze e 32 reti tra Cosenza, Bari, Lecce, Sampdoria, ma non è mai riuscito a vincerla. La ritrova da dirigente, sta a vedere che…

Stefano Fogliani