Il Sassuolo in purgatorio a chi aprì le porte del paradiso all’Italia pallonara. Ahinoi già 18 anni fa, tuttavia Fabio Grosso al trionfo berlinese sta come Edison all’invenzione della lampadina, dunque l’eco del po po po arriva ancora ben nitido al ‘Mapei Football Center’ e in qualche modo andrà esorcizzato, quasi un dovere deontologico. Si parte da lì insomma, da quel 2006 epico, pur avendone nel frattempo fatta di strada il tecnico romano, unico erede designato di quella famigerata corsa tardelliana. Prendi ad esempio il campionato di B 2022/2023 vinto a sorpresa col Frosinone, che poi, segreto di Pulcinella, è ciò che la dirigenza neroverde vorrebbe replicare sulle due sponde del Secchia. Mica semplice riportare il Sassuolo dove stava da undici stagioni, si sappia, ma le cose facili all’ex Lione sembrano piacere assai poco.
Mister Grosso, una promessa: sul 2006, solo una domanda
"Se è solo una va bene" (ride ndr)
Australia, Germania, Francia: a quale di quei tre momenti prima di addormentarsi ha pensato più spesso in questi 18 anni?
"Ovviamente avere dei ricordi così belli e grandi sveglia spesso la memoria. Sceglierne uno, di momenti, è relativo e così andrei a sminuire gli altri. È stato un percorso lungo, grande, bello. Abbiamo vissuto insieme, e finito, un qualcosa di inaspettato. Quando ti arriva qualcosa di inaspettato le gioie si moltiplicano e il ricordo è sicuramente sempre molto piacevole".
Che poi, in realtà, parlare del mondiale in Germania è un appiglio per un’altra questione. In quella nazionale del 2006 gli juventini che decisero di scendere in B, oggi fra i giocatori del Sassuolo c’è chi si ‘getterà’ anima e cuore nel progetto risalita?
"Sono qui perché ho sposato una società solida, forte. Poi certo, quando arrivi dalle grandi delusioni non è facile ripartire. Però abbiamo grande entusiasmo e passione e l’interesse di mantenere quei ragazzi che abbiano queste stesse motivazioni. Non tutto è ancora definito, mi auguro lo sia quanto prima, lo dico spesso e me lo auguro davvero. Ma le caratteristiche che servono le proviamo a trasmettere. Noi questa grande determinazione abbiamo intenzione di proporla, anche perché questo è campionato in cui se non sei munito di armi poi fai delle grandi fatiche. La Serie B è sempre particolarmente difficile, complicata perché non è una categoria di livello assoluto. Sopra c’è un’altra categoria, quindi ci sono tanti ragazzi che dalla B poi fanno il salto. Tante squadre non partono da favorite ma all’interno hanno dei ragazzi che faranno il salto. Bisogna essere super vigili e attenti e bisogna cercare di fare le cose bene, come stiamo provando a fare e qui ci sono ancora delle cose da risolvere. Però lo sapevamo prima, quindi ci stiamo lavorando".
Come sta Berardi? Ha avuto modo di vederlo? Come se lo aspetta quando rientrerà?
"Berardi lo vedo quotidianamente, si sta allenando bene. Sta cercando di ritornare al meglio. Quindi questa è la cosa più importante, poi da quando starà bene ci faremo le altre domande e ci daremo le altre risposte".
L’Intertoto con il Perugia, dalla B alla Uefa con il Palermo. Il mondiale che ha deciso, la cavalcata del Frosinone. È l’uomo delle missioni impossibili? E a Sassuolo l’hanno voluta anche per questo?
"A me piace affrontare le difficoltà per poi godermi bene le gioie. Le cose non bisogna dirle, ma bisogna provare a farle quindi noi conosciamo quali sono le grandissime difficoltà del campionato e le grandi difficoltà di una squadra che retrocede dalla Serie A. Però abbiamo grande entusiasmo e grande voglia di fare. Quando saremo al completo delineeremo meglio gli obiettivi stagionali che sono sicuramente importanti, però oltre a dirli bisogna anche cercare di mettere le basi per poterli raggiungere. Ho trovato una società che ha queste intenzioni, ho anche trovato difficoltà oggettive che sto cercando di superare, ottimisti per il futuro".
Tornando al Frosinone, la conquista di quella A dove però lei non è approdato. È a Sassuolo per riprendere quella strada interrotta?
"A Frosinone abbiamo cambiato più di venti giocatori. Si è fatto un percorso per cercare di trasferire una mentalità e siamo arrivati a un obiettivo che non era dichiarato. Come dicevo, ci sono tante squadre che non dichiarano, ma poi lavorano per cercare di ottenere. Dopo quell’obiettivo, dopo due anni e mezzo, ero tanto lontano da casa, ho sentito l’esigenza di voler aspettare qualcosa che mi si prospettasse. Ho lasciato perché non pensavo fosse quella la strada giusta per me. E ho trovato un’opportunità stupenda a Lione. Ho portato con me tanti insegnamenti che ora cercherò di utilizzare anche qui".
Nel calcio che conta l’ha portata un allenatore verace, Serse Cosmi. A pochi chilometri da qui ce n’è un altro di allenatori veraci. Pierpaolo Bisoli. Il Modena: che avversario sarà?
"Il Modena ha fatto un mercato importante. L’anno scorso erano partiti con obiettivi diversi da quelli che hanno raggiunto, quindi è una squadra sicuramente presente e forte in questo campionato. Sappiamo che siamo attesi da tante avversarie, perché ovviamente battere una squadra che da undici anni faceva la Serie A sarebbe motivo di orgoglio per tutti i club con cui giocheremo. Questo deve essere un grande insegnamento e come dico spesso, quando le cose le sai, le conosci, se ti sorprendono vuol dire che non ti sei voluto preparare bene".
Sempre a qualche chilometro da qui abita Luca Toni. Lo ha sentito?
"Mi ha scritto un messaggi. Ci sarà modo di vedersi".
Mentre in campionato incontrerà da avversario Andrea Pirlo con la sua Samp...
"Però sul 2006 avevamo detto una domanda sola – ride ndr –. Loro hanno voglia di riscatto, una società ed una piazza che hanno l’ambizione di tornare su. Se facciamo l’elenco delle squadre forti ne troviamo molte più delle tre che alla fine saliranno".
Ritrova Romagna, Boloca, Mulattieri...
"Punto su tutti i ragazzi che ho a disposizione, quelli che hanno le caratteristiche di cui dicevamo prima. Ci sarebbe anche Turati, che ho avuto a Frosinone, ma che ha espresso il desiderio di cambiare"
Catanzaro, che esordio sarà?
"Difficile. Una squadra che ha fatto benissimo l’anno scorso in un ambiente molto molto caldo. Tutte cose che sappiamo, che conosciamo e che non devono sorprenderci".