Un pieno d’affetto e di entusiasmo che ci porta indietro negli anni. Al secolo scorso e all’intuizione di Giuseppe Gazzoni Frascara che, nell’estate del 1997, decise di rompere gli indugi e, all’insaputa del suo allenatore – che era Renzaccio Ulivieri –, portò in rossoblù Roberto Baggio. Grazie al Divin Codino furono più di 27mila i tifosi che decisero di dare fiducia al club abbonandosi. Quest’estate le tessere hanno superato quota 20mila.
L’effetto Champions, in prospettiva, vale più di Roby Baggio. Perché si sapeva che, se si fosse espresso su certi livelli, il Codino avrebbe poi salutato la compagnia. Come effettivamente avvenne: Roby si riprese la maglia azzurra ai Mondiali di Francia e poi porto il suo talento alla corte di Massimo Moratti e dell’Inter.
La Champions, prima sognata, poi inseguita con ostinazione – mescolando il bel gioco alla conquista, spesso e volentieri, dei tre punti – può essere qualcosa di più. Perché il risultato dello scorso anno, seppur eccezionale, può essere considerando anche un punto di partenza per una società che vuole restare ai vertici. Senza fare pazzia, ma con quella cosiddetta formula che va sotto il nome di ‘calcio sostenibile’.
Bologna da questo punto di vista ha un vantaggio: un pubblico competente – caratteristica riconosciuta un po’ in tutta Italia –, ma soprattutto paziente. Tifosi che sanno aspettare. Che sanno bene che, per costruire progetti di un certo tipo, è necessario forse non rischiare, ma avere il coraggio di andare avanti, senza paura.
Zirkzee e Calafiori hanno preso altre strade? Bene, il pensiero dei tifosi: i nostri dirigenti sapranno individuare altri talenti, capaci di dare una mano alla causa. Non sempre si potrà prendere un ‘desaperecido’ – dopo l’infortunio Calafiori ha dovuto ricostruirsi – e portarlo ai massimi livelli. Ma tra le tante ‘scommesse’ del Bologna ce ne sarà qualcuna vincente. Anche perché il Bologna ha investito su Zirkzee e Calafiori e ha avuto ragione. Ha ingaggiato Ferguson e il capitano, se non ci fosse stato un infortunio di mezzo, sarebbe stato un altro degli elementi più contesi. Ha preso Fabbian e lo ha trasformato in un elemento in grado di fare la differenza non solo nel campionato cadetto, ma anche al top. Poi ci sono il ‘geometra’ Freuler, il ‘muratore’ Aebischer e l’imprendibile Ndoye. Il Bologna sa cosa compra. Sa come utilizzare i propri effettivi. Da questo derivano la fiducia e le speranze di una tifoseria che vuole continuare a crescere.
"Portaci in Europa" è stato lo slogan degli ultimi anni. "Portaci un trofeo"’ è la richiesta presentata a Vincenzo Italiano. Che, è vero, ha perso (anche per sfortuna), tre finali. Ma per arrivare a tre finali è necessario imboccare un cammino virtuoso. Italiano sa come si fa. I tifosi del Bologna hanno fiducia.