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Progetto Tiberino: nella tappa di Bologna i Clinici parlano di Presa in Carico condivisa

Un programma educazionale realizzato da FADOI, la Federazione dei Medici Internisti Ospedalieri, con il contributo non condizionante di Alfasigma

FADOI, la Federazione dei Medici Internisti Ospedalieri, con il contributo non condizionante di Alfasigma, sta portando avanti il "Progetto Tiberino: TerapIe e Buona gEstione della ciRrosI Nei pazienti Ospedalizzati”, un Programma educazionale che si svolge in 10 città italiane coinvolgendo circa 500 tra Medici e Infermieri.

Il Progetto ha l'obiettivo di affinare la preparazione degli internisti ospedalieri nell’Assistenza a Pazienti con Cirrosi Epatica, di prevenire e gestire le complicanze più gravi quali encefalopatia e ascite, di perfezionare la comunicazione con pazienti e familiari.

Con questi risultati, potrà migliorare l’aderenza alla terapia e, soprattutto, l'aspettativa e la qualità di vita del paziente e della sua famiglia.

Il 31 marzo si è tenuta a Bologna una delle tappe di questo percorso e tra i relatori Maurizio Ongari, Presidente FADOI Emilia-Romagna, Roberto Catalini, Presidente FADOI Marche e Roberto Risicato, Direttore U.O.C. di Medicina Interna dell’Ospedale “Muscatello” di Augusta.

Il Progetto Tiberino è nato con l’intento di diffondere le conoscenze sulla cirrosi epatica e le sue complicanze. Nel mondo della medicina interna è un problema molto sentito, a maggior ragione negli ultimi anni in cui l’epidemiologia di questa malattia sta cambiando- sottolinea Roberto Risicato -. L’ integrazione tra lo specialista ospedaliero e il medico del territorio è prioritaria per la gestione di questa patologia cronica ingravescente e il rapporto medico paziente va migliorato affinché quest’ultimo sia informato, coinvolto nelle scelte e nella realizzazione di un’alleanza terapeutica”.

La gestione del paziente cirrotico o con encefalopatia epatica è una gestione complessa che richiede l’intervento di diverse figure professionali. Noi abbiamo una stretta collaborazione sia con i gastroenterologici che con gli infettivologi- aggiunge Roberto Catalini rimarcando l’importanza di una presa in carico stabilita e condivisa- Manca una presa in carico del paziente per seguirlo in maniera ottimale una volta dimesso dalla fase acuta in ospedale. È importante che le istituzioni si facciano carico delle problematiche assistenziali e sociosanitarie. Si tratta di un anello mancante, molto utile per prevenire le recidive che in questi pazienti sono frequenti”.

A questo si collega anche Maurizio Ongari che evidenzia il ruolo dei reparti di Medicina Interna nella fase di diagnosi e primo trattamento per poi ribadire la necessità di stabilire percorsi assistenziali a seguito delle dimissioni.

“Una quota importante dei pazienti con epatopatia cirrotica viene ospedalizzata nei reparti di Medicina Interna soprattutto per diagnosi e primo trattamento. Inoltre, la gestione internistica diventa cruciale poiché spesso i pazienti hanno comorbidità e quindi non necessitano solo di un inquadramento specialistico da un punto di vista epatologico, ma anche multiprofessionale. Esaurita la fase del ricovero, si apre un’altra fase di grande importanza che è quella gestione del paziente a domicilio. È una gestione complessa, perché si tratta di una malattia cronica con conseguente carico assistenziale importante. è necessario stabilire dei percorsi assistenziali, dei PDTA (Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali) che consentono al paziente di accedere a setting di cura predefiniti”.

Anche per questo, FADOI ha in programma la preparazione di un Vademecum che possa aiutare il paziente e i suoi familiari a seguire al meglio le cure e a monitorare lo stato di salute del loro familiare.

Il Cirrotico è un paziente cronico, fragile, spesso affetto da altre malattie e con necessità di essere assistito da medici che sappiano valutare la situazione clinica nel suo complesso e che siano in grado di seguirlo nel tempo prevenendo le temute complicanze. “In Italia più di 200.000 sono affetti da questa patologia- dichiara Ongari -. Si tratta dell’ottava causa di morte nel mondo che rappresenta un costo importante del sistema sanitario sia per l’assistenza al domicilio che per le successive ospedalizzazioni”.