Andrea Brusa
il Carlino: 140 anni di storia

Ancona, memoria e futuro Le cronache locali e quel legame unico con le Marche

Fu il direttore anconetano Giovanni Enrico Sturani, nel 1910, a decidere di dare spazio al racconto dei territori, partendo dal capoluogo dorico Oggi la provincia è di fronte a sfide decisive per i prossimi decenni

Il Summer Jamboree, festival della cultura e della musica Usa degli anni ’40 e ’50 è da anni un evento fisso dell’estate di Senigallia

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Dal giorno della fondazione, il 21 marzo 1885, il Resto del Carlino è legato a doppio filo alle Marche. Uno dei quattro fondatori è stato, infatti, un avvocato di Senigallia, Giulio Padovani, che ebbe l’idea di battezzarlo con quello strano nome, unico nel suo genere. C’è poi un altro dettaglio che lega il Carlino alla nostra provincia: è stato il primo tra i giornali nazionali a dare spazio alle cronache locali e l’intuito fu dell’unico direttore responsabile del giornale nato nelle Marche: si tratta di un altro avvocato, questa volta di Ancona, di nobili origini, vale a dire del conte Giovanni Enrico Sturani. Sturani, nel 1910, diede il via all’edizione delle Marche ed Umbria creando un ufficio di redazione ad Ancona. Quella prima edizione interregionale, antesignana delle altre cronache provinciali, fu affidata ad un giornalista senigalliese, Rodolfo Gabani.

Lo speciale sui 140 anni del Carlino

Da sempre, insomma, il Carlino è legato a questa terra di cui siamo diventati narratori di un presente in continua evoluzione.

Oggi, là fuori, c’è un capoluogo di provincia per la prima volta governato dal centrodestra che continua a ripetere come un mantra che qui si vuole fare la Grande Ancona con un ritrovato orgoglio e una riscoperta identità, con piccoli e grandi cantieri che ne potrebbero ridisegnare le proprie velleità. C’è poi Senigallia, eletta regina del turismo made in Marche con quel suo milione di presenze che in qualche modo la obbliga a non accontentarsi più solo dell’estate in nome di una destagionalizzazione che potrebbe rappresentare il suo futuro. C’è poi Jesi (con la Vallesina tutta) che sta osservando i passi da gigante che sta facendo il colosso Amazon nel costruire quello che sarà il più grande hub europeo con tutti i risvolti che sappiamo in termini occupazionali ed economici. Ma c’è anche il Fabrianese della grande crisi industriale con preoccupanti vertenze aperte che, ad oggi, obbligano a enormi punti interrogativi sulla tenuta sociale ma anche sul suo riscatto: perché l’impero del bianco è finito da tempo e ora c’è da ridisegnare un futuro che è ancora un’ipotesi.

Insomma, la provincia anconetana oggi più che mai appare come un grande laboratorio di sfide e scommesse che solo il tempo ci dirà se saranno vinte. Perché quando si vuole pensare in grande bisogna stare attenti a non dimenticare le piccole beghe quotidiane. A cominciare da Ancona che mentre spende e spande per organizzare eventi (benedetti siano, ma occhio ai conti) si ritrova con un Corso che spogliato dei vecchi arredi oggi appare ancora senza un’identità e un centro storico ferito da quel degrado che ancora schiaffeggia anche i suoi tesori più belli. E qui spunta la prima contraddizione, perché mai come oggi Ancona ha un sindaco che tanto punta sul turismo come voler mettere a tacere quello slogan che in città ha risuonato per anni: “Ancona non ha una vera vocazione turistica”. Daniele Silvetti (Forza Italia) non ci crede e punta ancora sull’arrivo delle grandi navi da crociera e spinge per lo sviluppo del porto, anima commerciale di una città cresciuta attorno al suo mare.

Sullo sfondo di tutto ciò si intravede anche un’altra sfida: le elezioni Regionali che a fine settembre confermeranno o ribalteranno la governance marchigiana. Una sfida a due che dovrebbe vedere duellare l’attuale presidente Francesco Acquaroli (Fratelli d’Italia) e l’ex sindaco di Pesaro oggi europarlamentare Matteo Ricci (Partito Democratico). Inutile dire che sarà proprio Ancona, il capoluogo di regione, lo spettatore più interessato in nome di quella filiera Governo-Regione-Comune che, ad oggi, ha funzionato a fasi alterne.

Fin qui gli scenari che si aprono nel prossimo futuro. Poi ci siamo noi che ogni giorno da decenni vi raccontiamo questo splendido territorio con le sue eccellenze ma anche con le sue magagne, le sue vittorie come le sue sconfitte, spinti sempre dalla ricerca della verità. Perché come ci ha detto qualche giorno fa un lettore davanti a un’edicola del centro di Ancona: “Di voi del Carlino mi fido”.

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