
Il Covid chiude l'Italia
Sembra passato un secolo, invece l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato chiusa l’emergenza solo il 5 maggio 2023, meno di due anni fa. Quello che è stato davvero il Covid per tutti noi e i contraccolpi psicologici che ha provocato, soprattutto nei ragazzi, lo capiremo forse tra molti anni. Cominciò tutto in sordina. A gennaio 2020 iniziarono ad arrivare notizie dalla Cina che parlavano di un virus simile all’influenza partito da un mercato di Wuhan dove si vendevano animali. Nulla preoccupante, sembrava. Poi via via le cose cambiarono. Arrivarono i primi contagi in Italia. Una coppia cinese venne ricoverata allo Spallanzani di Roma. Il paziente numero 1 venne identificato in un 38enne di Codogno, Mattia Maestri. Il 21 febbraio ecco la prima vittima: Adriano Trevisan, 78enne di Vo’ Euganeo. La situazione stava sfuggendo di mano. Scattarono le prime ’zone rosse’ in Lombardia, poi estese ad altre regioni. Il 9 marzo l’allora premier Giuseppe Conte si presentò in tv per annunciare il primo lockdown dell’Italia. Era la chiusura totale del Paese: strade vuote, divieto di uscire se non per motivi di lavoro e solo a determinate categorie. Le mascherine, i tamponi, la Dad, lo smart working. Gli ospedali al collasso, le terapie intensive piene, i camion militari con le bare a Bergamo. Il sacrificio dei medici. L’impossibilità di stare accanto a chi moriva in ospedale. La vita di tutti stravolta. Da allora sono passati cinque anni, 27 milioni di contagi e 198mila morti solo in Italia (oltre 7 milioni nel mondo). L’incubo è finito con l’arrivo dei vaccini. Sembra passato un secolo, ma non è così.