
Primo numero de il Resto del Carlino - 20 marzo 1885
Un giornale «per la gente che ha bisogno di conoscere i fatti e le notizie, senza fronzoli retorici e inutili divagazioni». Il Resto del Carlino nasceva con questa ’missione’, dichiarata fin dall’editoriale del numero d’esordio, datato 20 marzo 1885.
Venne trovato quel nome perché veniva dato come resto (dal valore di due centesimi) a chi acquistava un sigaro da otto centesimi con un ’carlino’, con cui veniva designata la moneta da 10 centesimi.
Il gruppo di amici bolognesi che decise di buttarsi in questa avvenuta era formato da Cesare Chiusoli, Giulio Padovani e Alberto Carboni, tutti e tre con alle spalle studi di giurisprudenza e un’attività consolidata di giornalismo in altri quotidiani, con il supporto fondamentale dell’editore Amilcare Zamorani. Il formato agile (più piccolo di un A4) e i contenuti popolari resero ben presto la testata molto apprezzata e, nel tempo, la distribuzione si estese oltre Bologna e l’Emilia-Romagna.
Il primo editoriale poneva al centro la curiosità e il punto interrogativo, simbolo di ricerca della verità: «Vogliamo un giornale il quale risponda al quotidiano e borghese ’che c’è di nuovo?’ che ogni galantuomo rivolge all’amico che incontra». Uno strumento di indagine e stimolo per il dibattito pubblico, spirito che ne caratterizza ancora oggi l’identità.
Tra le notizie del primo numero, caratterizzate da un scrittura moderna e sintetica, la disastrosa gestione finanziaria dell’Egitto e l’annuncio di una missione a Massaua nella campagna in Eritrea in cui era impegnato il governo di Sinistra guidato da Agostino Depretis.