
I ricercatori Stefano Amatori, Mirco Fanelli e Annamaria Ruzzo
Fano, 28 marzo 2025 – Un’importante scoperta condotta nei laboratori fanesi dell’Università di Urbino ha fatto luce sul ruolo delle mutazioni sul gene oncosoppressore TP53, nella risposta ai trattamenti del tumore metastatico del colon-retto. Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista The Oncologist, è frutto del lavoro della professoressa Annamaria Ruzzo, in collaborazione con gli oncologi Francesco Graziano, Rita Chiari e Vincenzo Catalano, il chirurgo Alberto Patriti della Ast1 e i ricercatori dell’Università di Toronto. La ricerca ha evidenziato che la presenza di specifiche mutazioni su TP53, chiamate inactive, quando associate a mutazioni del gene KRAS, migliorano la risposta alla chemioterapia combinata con il farmaco mirato Bevacizumab.
Questo risultato potrebbe rappresentare un passo significativo verso lo sviluppo di terapie sempre più personalizzate, capaci di capire prima della terapia quale paziente risponderà ad essa in base alle caratteristiche del tumore per massimizzarne l’efficacia. L’Università di Urbino, attraverso la sua sede di Biotecnologie a Fano, da oltre vent’anni conduce ricerche di frontiera per comprendere i meccanismi di sviluppo dei tumori e ottimizzare le terapie oncologiche. I filoni di studio principali si concentrano sull’epigenetica, che analizza come l’ambiente e lo stile di vita possano influenzare l’attivazione dei geni, e sulla farmacogenetica, che studia la variabilità genetica individuale nella risposta ai farmaci.
I professori Mirco Fanelli e Stefano Amatori, nel campo dell’epigenetica, stanno sviluppando un sistema basato sulla biopsia liquida, nel tentativo di anticipare la diagnosi dei tumori. La speranza è che questa tecnologia, attraverso un semplice prelievo di sangue, possa consentire di individuare le alterazioni indicative della presenza di un tumore, anche prima che sia visibile con i mezzi diagnostici tradizionali. Inoltre i due ricercatori, insieme a Fusi Vieri professore di Chimica supramolecolare in Urbino e in collaborazione con l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e l’Università di Padova, stanno lavorando allo sviluppo di farmaci capaci di ripristinare il normale funzionamento dei geni alterati nei tumori, offrendo nuove prospettive terapeutiche.
L’importanza della ricerca scientifica e delle nuove strategie per la cura del cancro sarà al centro della presentazione del libro “Non se, ma quando” di Maurizio Scaltriti, ricercatore di fama internazionale in oncologia, in programma lunedì alle 18 nella Sala San Michele. Un’occasione per approfondire i progressi della medicina e il futuro delle terapie oncologiche.