MONICA RASCHI
MONICA RASCHI
Salute

I Cau restano, decisione a sorpresa della Regione Emilia-Romagna. Fabi: “Scelta unilaterale”

I Centri assistenza urgenza dovevano essere razionalizzati e rivisti entro la primavera, invece sono stati prorogati fino a fine anno. I medici di famiglia: “Mossa arbitraria e di imperio, l’accordo con noi è scaduto”

I Cau restano, decisione a sorpresa della Regione Emilia-Romagna. Fabi: “Scelta unilaterale”

Bologna, 29 marzo 2025 – I Cau, i centri di assistenza urgenza, che dovevano essere rivisti entro la fine di marzo, restano. Almeno fino alla fine di dicembre. Lo ha deciso la Regione con una delibera che ha sorpreso in modo molto negativo i sindacati dei medici di medicina generale, parte in causa nella riforma della medicina territoriale. L’assessore regionale alla Salute, Massimo Fabi: “Decisione unilaterale di cui ci assumiamo la responsabilità. Non potevamo chiudere dal 31 marzo un servizio che sta funzionando e rinunciare a professionisti di cui abbiamo bisogno per rispondere ai bisogni delle cittadine e dei cittadini. Nel 2023 oltre 540mila persone hanno usufruito dei Cau”.

Cosa sono i Cau

I Cau sono quelle strutture sanitarie in cui lavorano medici di assistenza primaria e personale infermieristico per assistere pazienti con problemi urgenti ma non gravi, questi ultimi devono rivolgersi ai Pronto soccorso generali degli ospedali. Il primo Cau del Bolognese è stato inaugurato il primo novembre 2023. Quelli attualmente presenti tra la città e la provincia sono sette: Budrio, Casalecchio di Reno e Vergato in provincia; in città ne è presente uno al Navile, nella Casa della Comunità e due all’interno degli ospedali cittadini, quindi uno al Maggiore e uno al Sant’Orsola.

I Cau - Centri assistenza urgenza - in Emilia-Romagna sono stati prorogati fino a fine anno. A sinistra l'assessore regionale alla Sanità, Massimo Fabi
I Cau - Centri assistenza urgenza - in Emilia-Romagna sono stati prorogati fino a fine anno. A sinistra l'assessore regionale alla Sanità, Massimo Fabi

L’origine

Fortemente voluti dall’assessore alla Salute Raffaele Donini, cambiata la giunta regionale, l’incarico è stato affidato a Massimo Fabi che ha manifestato da subito l’intenzione di rivedere l’organizzazione dei Cau e anche la loro distribuzione sul territorio. Questo dopo una valutazione sui risultati a livello di pazienti ottenuti dalle varie strutture e le consultazioni con le rappresentanze sindacali dei medici di famiglia che dovevano permettere di superare almeno un certo numero di Cau, attraverso la costituzione di aggregazioni di medici di famiglia in grado di effettuare anche prestazioni di urgenza, esami e diagnostica di base, attraverso quelle che, tecnicamente, vengono chiamate Aft, Aggregazioni funzionali territoriali. 

La proroga

Con una delibera del 24 marzo 2025, la giunta regionale ha deciso di prorogare fino alla fine di dicembre 2025 l’esistenza dei Cau. Un atto inaspettato che sta sollevando proteste da più parti, a iniziare dai sindacati dei medici di medicina generale che, ai tavoli di confronto, avevano addirittura chiesto la chiusura dei Centri di assistenza urgenza collocati all’interno delle strutture ospedaliere, dove già esiste il Pronto soccorso.

I sindacati 

Secondo Roberto Pieralli, presidente regionale dello Snami (Sindacato nazionale autonomo medici italiani) “il problema è che non riescono a gestire il settore dell’emergenza-urgenza, non c’è personale. Vogliono affidare tutto ai medici di famiglia, ma non c’è l’accordo. Quello sui Cau, che non era nemmeno un accordo ma un verbale di intesa, è scaduto il 31 dicembre 2024.

È stata chiesta una proroga proprio per il cambio della giunta fino al 31 marzo 2025, hanno chiesto altri nove mesi che non sono stati concessi. Quindi hanno fatto questa proroga che non ha più valore giuridico e questo espone i medici a percepire uno stipendio che non è regolato da un accordo finalizzato. Senza contare che è stato sottoscritto un altro accordo nazionale che cambia le tariffe. Per quello che ci riguarda abbiamo mandano un modello con il quale il medico comunica all’Azienda Usl, che la stessa Azienda deve tutelarli per eventuali problemi futuri”.

Definisce la decisione relativa alla proroga dei Cau “autocratica”, Salvatore Bauleo, segretario provinciale e vicesegretario regionale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale): “L’assessore ha prorogato un’intesa scaduta, senza il nostro benestare. L’accordo era quella di trasferire i Cau nelle Aft costituite dai medici di famiglia. Invece l’assessore ha agito in modo del tutto autocratico e ha deciso per la proroga. Quanto concordato era tutt’altro. Abbiamo appreso adesso di questa decisione. Poi c’è il problema dei contratti di chi lavora nei Cau, con un’intesa scaduta, l’assessore dovrà rispondere anche su questo: se è tutto regolare”.

Secondo Fabio Brinati, vice segretario regionale dello Smi (Sindacato medici italiani), “i Cau hanno sottratto soldi alla medicina del territorio e quindi ai cittadini portando tagli alla sanità. Queste strutture tolgono alla medicina generale risorse e di ciò che la Regione prenderà dall’aumento ticket noi non vedremo un euro per migliorare il servizio da offrire ai cittadini”.

Le reazioni politiche

Non si è fatta attendere la reazione delle forze di opposizione. Marta Evangelisti, capogruppo in Regione per Fratelli d’Italia: “Con la delibera n. 392 del 24 marzo u.s., la giunta regionale parrebbe aver rinnovato per ulteriori nove mesi i Cau. Tale decisione sarebbe stata presa sulla base di un verbale di intesa che non ci pare essere stato ancora raggiunto con i sindacati dei medici. Se ciò corrispondesse al vero, ci chiediamo – e chiediamo alla Giunta, attraverso un atto di sindacato ispettivo che depositeremo – come possano essere giustificate le maggiori somme che saranno corrisposte al personale medico e chi ne assumerà la responsabilità. Occorre evidenziare inoltre – prosegue – come alla data odierna, non risulti ancora pervenuta la risposta all’accesso agli atti formulato ormai da tempo, per conoscere, il costo di questi centri che, ad oggi, anche dopo l’approvazione del bilancio regionale, continuano a restare sconosciuti. Trasparenza e confronto dovrebbero essere i principi cardine di ogni politica, anche a livello regionale. Auspichiamo pertanto di ricevere al più presto spiegazioni, numeri e dati certi”.

Elena Ugolini, consigliere regionale per Rete Civica ha inoltrato alla giunta un’interrogazione attraverso la quale chiede “quali siano gli intendimenti rispetto al futuro dei Cau; come al giunta ritenga possibile prorogare un verbale d’intesa scaduto, in via unilaterale; se non ritenga sussista un rischio, essendo intervenuto successivo accordo collettivo nazionale, che gli emolumenti corrisposti in assenza di un accordo espongano le Aziende Usl e i professionisti a un potenziale recupero da parte degli emolumenti corrisposti”.

3 giorni fa
Quando si dice che 500.000 cittadini si sono rivolti ai CAU, o che c'è stato un calo degli accessi al PS bisognerebbe sapere di che numeri si tratta visto che molte strutture che erano Pronto Soccorso