Rovigo, 14 giugno 2024 – Una serata speciale quella organizzata dal Panathlon Club Rovigo, con protagonista il rugby, più precisamente il derby tra Rovigo e Padova. Al tavolo della presidente, Pia Poliero, gli allenatori che hanno guidato le due squadre nella stagione appena conclusa: Alessandro Lodi per i rossoblù rodigini e Andrea Marcato, fresco campione d’Italia con i tuttineri patavini.
Con loro anche i presidenti Francesco Zambelli della FemiCz Rovigo ed Alessandro Banzato del Petrarca, assieme al vice presidente della Fondazione Cariparo, Giuseppe Toffoli, l’olimpionica Laura Foralosso e Vittorio Cogo, già vice presidente Fir.
I vip della serata
Una serata impreziosita dalla presenza di Pasquale Presutti, ex allenatore del Petrarca e delle Fiamme Oro, unico tecnico a vincere due finali a Rovigo battendo proprio i rossoblù (scudetto del 2011 e Coppa Italia del 2014) e Matteo Maran, uno scudetto con la maglia del Rovigo nel 2016.
Lodi e Marcato sono accomunati da un futuro professionale comune, essendo stati infatti scelti dalla Federazione Italiana Rugby per guidare le Accademie U23 rispettivamente di Parma e Treviso, e saranno insieme assistant coach della Nazionale U20 in partenza per il World Rugby U20 Championship.
Rovigo-Petrarca: il derby
Ma il tema era il derby. Durante la conviviale, in loop sono stati proiettati i momenti salienti dei match che hanno segnato recentemente la storia di
Rugby Rovigo e Petrarca Rugb y. La finale scudetto del 2023, che ha proiettato Lodi nell’Olimpo rossoblù, visto che da tecnico aveva vinto anche lo scudetto con l’U18 nel 2016, e la semifinale del 12 maggio scorso, che ha visto trionfare il Petrarca di Andrea Marcato.Quasi 5 minuti di un’azione interminabile, 40 fasi, una serie di pick and go infinita, ed un drop non tentato, che poteva consentire al Rovigo di vincere. Andrea Marcato, che da giocatore ha vinto 5 scudetti (4 con Treviso ed 1 con il Calvisano), 1 Coppa Italia, 1 Trofeo Eccellenza e due Supercoppe d’Italia, senza dimenticare le numerose presenze azzurre (suo il drop vincente al Flaminio contro la Scozia nel Sei Nazioni del 2008), è l’allenatore più vincente della recente storia ovale. Con il Petrarca ha vinto tre scudetti (2018, 2022 e 2024) ed una Coppa Italia.
Allenare nella propria città: “Emozione unica”
“Sono stato un privilegiato, ha esordito Marcato. Sono padovano, dopo Selvazzano sono cresciuto nel Petrarca, tornare da giocatore per me è stata la chiusura di un cerchio, poi ho avuto la fortuna a 34 anni di poter essere l’allenatore per 7 anni bellissimi. Ho capito da subito che facevo parte di una cosa grande, una società supersolida. Con Rovigo negli ultimi 5 anni è stata la partita delle partite, da lì ho iniziato a capire cosa è il derby, soprattutto per Padova, è l’unica partita che bisogna assolutamente vincere. Che sia amichevole precampionato o regular season, alla vigilia tutta la società e la dirigenza si anima. É il bello di questa sfida”.
Per Alessandro Lodi, “allenare il club della propria città è unico e indescrivibile. Abitavo vicino al Battaglini, sono cresciuto vedendo gli scudetti di Roma (1988) e di Brescia (1990), quei giocatori mi hanno motivato. Essere dalla parte del pubblico, e poi in panchina, sapendo cosa la città vive, era qualcosa di veramente particolare.
Un privilegio, ma anche un dovere verso la città e il club, nel portare avanti quei valori che la maglia rossoblù richiede. Un’esperienza indimenticabile, ringrazio il presidente Zambelli per l’opportunità. Se a Padova si anima tutta la società del Petrarca, quando c’è il derby qui si anima tutta la città. Tutti vogliono battere il Petrarca”.
Strategia in campo
Sulla finale del 2023, il Petrarca era favorito, ma il Rovigo si è imposto 16-9 con una difesa granitica “É una partita che ancora sogno, ha detto Marcato con un pizzico di emozione. Penso che lo scudetto di quest’anno abbia sistemato le sensazioni di quella finale. Una partita con una enorme pressione, forse non sono riuscito a gestirla bene con i ragazzi. Alla partita ci ho pensato molte volte, forse qualche piazzato lo potevamo fare, sono stato criticato, ma sono stato coerente con quello che abbiamo fatto durante la stagione, Rovigo ha fatto una difesa incredibile. Tornando indietro qualche calcio lo avrei chiamato, anche se è la squadra, e il capitano, che alla fine decideva sul campo, ma mi prendo la responsabilità, è giusto così”. Ricordando la vittoria dello scorso anno, Lodi ha detto: “Il mio primo pensiero dopo la vittoria di Parma è andato a mio figlio”.
La semifinale
Sulla semifinale del 12 maggio contro il Petrarca, e sul possibile drop della vittoria non provato da Dogliani, Ale Lodi è stato chiaro: “Per quante situazioni puoi allenare in settimana, ci sono dei momenti in cui i giocatori in campo devono prendersi la responsabilità di capire quando è il momento, personalmente non mi sento di dire perché non lo hanno fatto, io non l’ho chiesto assolutamente. Dare la colpa ad un singolo giocatore non è quello che mi piace fare. Abbiamo perso come gruppo, abbiamo tenuto quasi cinque minuti di possesso, in una partita che ha avuto 44 minuti di palla in gioco. Il Petrarca è stato bravo a non prendere una penalità, ma noi abbiamo regalato 14 punti in maniera troppo facile, e lì si è complicata la partita: 22-24 il finale, il Petrarca è andato in finale, e tre settimane dopo l’ha anche vinta con merito.”
Meglio vincere la semifinale a Rovigo o lo scudetto? “Vi dico subito il tricolore, ha detto Marcato. Sicuramente la partita con Rovigo per me era importante sotto il profilo personale, dopo la finale persa lo scorso anno dovevamo vincere quella partita, la società di teneva tanto. Se avessimo perso sapevo che avrei finito il mio lavoro a Padova, ed avevo chiesto ai ragazzi di darmi altre tre settimane per stare insieme. Gli ultimi 5 minuti del Battaglini continuavo a rivedere l’azione della meta di Greeff al Plebiscito (finale del 2 giugno 2022 vinta dal Rovigo allo scadere), mi son detto che non poteva capitare una seconda volta, alla fine è andata bene”.