REDAZIONE ROVIGO

West Nile Rovigo, seconda donna morta in una settimana

E' morta una donna di 91 anni di Adria. E' la ottava vittima in Veneto, sono 7 quelle in Emilia Romagna

Molti Comune stanno ricorrendo a disinfestazione straordinarie

Rovigo, 31 agosto 2018 - Sono già due le donne morte per West Nile: ieri l'annuncio del primo decesso, oggi arriva purtroppo un nuovo bollettino di morte. Sale così a otto il bilancio delle vittime per il virus in Veneto. A perdere la vita, martedì scorso, è stata una donna di 91 anni di Adria: si è spenta all’ospedale Santa Maria Regina degli Angeli di Adria dove era ricoverata in condizioni gravi da circa una settimana. La prima vcittima, invece, era una donna di 58 anni diSariano di Trecenta, Rachida Ouarga, originaria del Marocco che lascia ben cinque figli. La vittima aveva contratto il virus all’inizio di agosto, ma anche in questo caso la donna era già affetta da gravi patologie che avevano compromesso il suo sistema immunitario.

Cos'è
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Se sale il bilancio del Veneto, anche nella confinante Emilia Romagna sono ormai 8 le vittime: sempre di oggi è la notizia della morte di una donna di 85 anni morta all'ospedale ferrarese di Cona. Un bilancio si sta aggravando ben oltre le peggiori previsioni, dato che ancora a luglio le autorità davano la situazione "tutto sommato sotto controllo". Ma nella sola Ferrara è il quinto decesso in due mesi: nella notte tra lunedì e martedì è morta all’ospedale Sant’Anna, una paziente di 88 anni. La donna era stata tra le prime persone ricoverate per le complicazioni legate alla febbre del Nilo. Le altre due vittime, di 69 e 84 anni, erano invece ricoverate all’ospedale di Cona mentre un uomo di 79 anni era morto già a inizio estate. Da aggiungere che propio nel Ferrarese ci sono ancora sei persone ricoverate, ed alcune sono in gravi condizioni.

Non dissimile la situazione a Ravenna: mercoledì scorso c’è stata una terza vittima, un 83enne di Bagnacavallo. Il suo caso si aggiunge alla donna 86enne del Faentino e all’85enne di Lugo nei quali il virus del Nilo è andato ad aggravare quadri clinici già compromessi. A Bologna ci una trentina di persone in ospedale, alcuni di loro sono donatori di sangue.

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