Quando si parla di prodotti che caratterizzano l’Amiata si ricorda le castagne, i funghi, l’olio e per alcune zone il vino. Il tartufo non viene quasi mai ricordato anche se seppur a macchia di leopardo rappresenta un prodotto d’eccellenza del bosco. Nei giorni scorsi a Castel del Piano si è svolto un interessante e partecipato incontro "Il tartufo tra economia gastronomica e turismo: opportunità per l’Amiata?" , l’evento si è tenuto a palazzo Nerucci e al quale ha partecipanto la sindaca del Comune di Castel del Piano Cinzia Pieraccini. Al tavolo dei relatori si è seduta anche la vice presidente e assessora all’agricoltura della Regione Toscana Stefania Saccardi e l’assessora del Comune di Castel del Piano Arianna Arezzini. "Un confronto davvero stimolante che rappresenta il primo step di un percorso che deve andare avanti in modo condiviso con gli altri comuni — afferma soddisfatta l’assessora Arezzini — La filiera del tartufo può essere una grande opportunità di sviluppo economico, agricolo e turistico per il nostro territorio e l’obiettivo per il futuro deve essere quello di lavorare in sinergia per valorizzarla". Sempre all’incontro hanno partecipato anche Sandro Pieroni, responsabile settore forestazione e agroambiente della Regione Toscana, a Leonardo Baciarelli Falini dell’Università di Perugia e a Laura Giannetti, agronoma. Dal Bianco al Nero Pregiato, dall’Uncinato allo Scorzone, dal Moscato al Brumale, sono queste alcune delle nove specie commestibili di tartufo presenti sul Monte Amiata. È bene ricordare dunque che l‘Amiata tiene nel suo grembo tutte e nove le specie commestibili di tartufo regalando gioie sia ai cercatori di questo fungo ipogeo che nasce e vive sotto terra, sia ai palati più fini. Anticamente riconosciuti come figli degli dei, delle piogge autunnali e del tuono secondo i Greci, i tartufi rappresentano un frutto pregiato dell’Amiata e poterli degustare, in tutta la loro freschezza, anche nei ristoranti dell’Amiata non è affatto casuale. Ovviamente quando si parla di tartufo non si può fare a meno che citare il paese di Castell’Azzara, riconosciuto come Città del Tartufo, membro dell’Associazione Nazionale Città del Tartufo, il cui scopo è promuovere, salvaguardare e valorizzare i territori e l’ambiente delle zone tartufigene.
Nicola Ciuffoletti