PATRIZIA TOSSI
Cronaca

Scavi di Frattesina, scoperto nel Polesine il più importante emporio europeo dell’età del bronzo

Gli archeologi della Sapienza di Roma hanno portato alla luce un villaggio di 25 ettari sulla vecchia riva del Po. Centinaia di abitazioni e laboratori artigiani, oltre alla più antica vetreria d’Europa

Rovigo, 5 ottobre 2024 - Scoperto nel Polesine il più grande emporio europeo del passato: nell’età del Bronzo, da qui partivano le merci per tutto il Mediterraneo. Manufatti in bronzo, gioielli in ambra e perle soffiate nella vetreria – la più antica scoperta in Europa – annessa al grande villaggio portato alla luce dagli archeologi.

Un sito archeologico tra i più importanti del mondo quello emerso dal terreno a Frattesina, in provincia di Rovigo, dove i ricercatori dell’Università Sapienza di Roma hanno trovato tracce di un antico e fiorente mercato, risalente al II secolo a.C.

Non solo gli artigiani locali creavano oggetti molto accurati e richiesti dall’Egeo al Mediterraneo, ma importavano dall’estero uova di struzzo per fare ornamenti e avorio di elefante utilizzato per la produzione di pettini. Il rame e lo stagno arrivava invece da Trentino, Cornovaglia e Germania. Centinaia le abitazioni e i laboratori nel villaggio di oltre 25 ettari sulla riva del Po

Gli scavi archeologici nel Rodigino (Foto Museo Archeologico Nazionale di Fratta Polesine)
Gli scavi archeologici nel Rodigino (Foto Museo Archeologico Nazionale di Fratta Polesine)

L’area archeologica di Frattesina

Nell’area archeologica di Frattesina è stato riportato alla luce un villaggio antico con un importantissimo laboratorio di produzione artigianale di oggetti in bronzo e ambra risalente alla fine del II millennio a.C., snodo di traffici commerciali che mettevano in relazione l’Italia con l’Europa, attraverso l’Egeo e il Mediterraneo orientale.

Gli scavi - coordinati dal dipartimento di Scienze dell’antichità della Sapienza di Roma - riguardano l’area di Frattesina, a sud-est dell'attuale centro di Fratta Polesine. I lavori, condotti sotto la direzione scientifica di Andrea Cardarelli e in collaborazione con Paolo Bellintani del Centro Polesano di Studi storici archeologici ed etnografici (Cpssae), stanno indagando un settore del villaggio dove sono state individuate due grandi abitazioni di forma rettangolare e molte evidenze di attività produttive e di scambio.

Lavorazione di bronzo e ambra

Tra le principali attività artigianali di Frattesina, c’era la lavorazione del bronzo - le cui materie prime, rame e stagno, provenivano rispettivamente dal Trentino orientale e dalla Cornovaglia o dalla Germania orientale - e dell’ambra, di origine baltica, che veniva utilizzata per la realizzazione di perle e ornamenti e poi esportata verso l’Italia centro-meridionale e l’Egeo. Invece, dal Mediterraneo orientale arrivavano prodotti esotici come le uova di struzzo per fare ornamenti e l’avorio di elefante utilizzato per la produzione di pettini.

Inoltre sono state portate alla luce migliaia di perline in vetro multicolore, insieme ad altri oggetti in vetro che testimoniano una straordinaria attività produttiva destinata anche al mercato nazionale e internazionale. Le analisi sulle composizioni dei materiali hanno documentato che la tecnica di produzione era diversa da quella adottata nel Mediterraneo orientale, dimostrando quindi la capacità degli artigiani di Frattesina di rielaborare in modo originale tecnologie complesse.

La più antica vetreria d’Europa

Lo scavo ha portato alla luce una fornace che molto probabilmente serviva per la realizzazione di produzioni vetrarie e che dunque insieme ad altri reperti - crogioli, lingotti di vetro - testimoniano la grande rilevanza di questa produzione artigianale. La fornace per la produzione vetraria è ad oggi la più antica conosciuta in Europa.

Il villaggio: 25 ettari sulla riva del Po

Oltre agli scavi, lei indagini geofisiche - una tecnica che permette di ricavare informazioni sull'ambiente e su oggetti posti a distanza attraverso un sensore - hanno definito l’estensione, la forma e l’organizzazione interna del grande villaggio: l’abitato di Frattesina era esteso per oltre 25 ettari e occupava la riva destra di un ramo del Po, oggi non più esistente (Po di Adria), con un’organizzazione per isolati delimitati originariamente da canali ortogonali.

All’interno erano disposte, in modo molto regolare e con un orientamento altrettanto regolare, centinaia di abitazioni e di strutture produttive. Al progetto collaborano anche Il Museo nazionale archeologico di Fratta Polesine, l’Università di Bamberg (Germania) e il Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova.