Rovigo, 23 febbraio 2019 - La sanità polesana è preoccupata, gli operatori, non solo i medici ma tutto il comparto sanitario ieri mattina ha partecipato all’assemblea unitaria delle sigle sindacali che ha messo in evidenza la situazione precaria degli organici all’interno dell’Aulss 5, attualmente in servizio circa 480 contro i 620 previsti, e, più in generale, ha proseguito la protesta contro la riduzione degli investimenti in ambito sanitario, riduzione che sta mettendo in grave pericolo la garanzia del diritto alla tutela della salute e, conseguentemente, un aumento dei rischi per i pazienti e gli operatori sanitari.
Una situazione complessa che secondo Davide Benazzo, segretario generale Funzione Pubblica della Cgil di Rovigo, deve essere affrontata con determinazione e attenzione: «E’ allarme organici ma l’assemblea ha di fatto sancito la condivisione di un percorso che i sindacati intendono affrontare in modo unitario, con i lavoratori, con gli infermieri, gli operatori socio sanitari e i medici. Una condivisione totale che deve assolutamente portare a una presa di coscienza generale relativamente ai problemi della sanità, un ragionamento che mi auguro possa portare a un tavolo di discussione tutti gli attori protagonisti di questo settore, dai sindacati ai lavoratori, dai politici ai rappresentanti dello Stato».
Sono fondamentalmente tre gli ambiti in cui si muovono le richieste delle diverse sigle sindacali. Il primo la difesa al diritto alla salute, perché non sono più derogabili politiche di salvaguardia del sistema sanitario pubblico inteso come unico strumento a garanzia del diritto alla salute dei cittadini, poi, non secondo per importanza, l’impossibilità di rinviare ulteriormente investimenti che possano dare risposte concrete e immediate all’emergenza organici. E’ necessario, secondo i sindacati, investire immediatamente in un nuovo programma di assunzioni, sia riconosciuto il diritto al contratto di lavoro e si riveda la programmazione sulla formazione, in particolare quella dei medici. Infine la lente d’ingrandimento sulle realtà che operano sul territorio polesano. I sindacati chiedono una programmazione regionale che tuteli i ruoli dell’ospedale di Rovigo, anche attraverso la valorizzazione di altre specialità e quelli degli ospedali di Adria e Trecenta.