MARIO
Cronaca

Libri alla finestra per continuare a sognare

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Mario

Bovenzi

E’ proprio vero, la cultura è il cibo dell’anima. Questo devono aver pensato tantissimi bibliotecari che davanti allo stop inferto alle sale di lettura, si sono ingegnati, si sono messi attorno ad un tavolo ed hanno lanciato – così come avviene nei ristoranti – anche i libri d’asporto. C’è chi alza il telefono per ordinare il baccalà e la polenta e c’è chi prende la cornetta per farsi portare a casa – magari fresco di stampa per l’ennesima edizione – ‘Il piccolo principe’, ‘Assassinio sull’Orient Express’ o qualche volume sulla natura e le bellezze del pianeta. Perché mai come ora un libro, le pagine che si susseguono con immagini a colori, qualche abbraccio, ci regalano un sogno, un momento d’evasione, la voglia di tornare alla normalità mentre attorno il Covid semina il vuoto – non proprio – nelle piazze, fa masticare a denti stretti baristi e ristoratori, appassionati dello struscio ad oltanza che adesso è rigorosamente vietato. Perdere, in questo momento così drammatico per la nostra salute e per la nostra economia, anche la cultura sarebbe stato un duro colpo. Così i bibliotecari hanno fatto squadra e dopo un giro di mail e telefonate hanno lanciato questa bella iniziativa. C’è chi allunga il libro appena ordinato sul davanzale della finestra, chi si fa avanti sulla porta – le mani foderate dai guanti – per allungare un volume a chi non può fare a meno – adesso ancora di più – di leggere, di dimenticare quello che sta succedendo lungo il filo di una parola scritta su un foglio di carta. Con nostalgia. Perché sembra così lontano quel mondo – era solo l’altro giorno, appena qualche mese fa – quando ci si poteva guardare in faccia senza il contorno di una mascherina, ci si poteva abbracciare senza la paura di ritrovarsi in una corsia d’ospedale, ci si poteva dare la mano. Era un gesto così scontato, è diventato un simbolo di quello che eravamo prima della pandemia, che ha cambiato il nostro mondo.