REDAZIONE ROVIGO

Rimane incastrato con la fede e perde un dito

L’uomo stava lavorando con un macchinario quando è rimasto intrappolato con la mano negli ingranaggi

L’uomo è stato sottoposto a un intervento i ricostruzione in un centro specializzato di Verona

Rovigo, 23 ottobre 2015 - Tutta colpa della fede. Quella all’anulare sinistro che, incastratasi in un macchinario, gli ha fatto perdere un dito e provocato danni gravissimi alla mano. È successo mercoledì sera, a Villadose, a un uomo di 57 anni, che si sta sottoponendo a un intervento d’urgenza per tentare di ricostruire l’arto e riparare ai danni subiti. L’esatta dinamica dell’evento è ancora al vaglio da parte del personale competente, ma secondo le prime ricostruzioni, il fatto sarebbe successo nel tardo pomeriggio di mercoledì.

Pare che l’uomo fosse occupato nel fai-da-te, intento a fare alcuni lavori in casa con una macchina operatrice, quando la fede che portava al dito è rimasta incastrata in una parte mobile del macchinario che gli ha maciullato l’arto. I danni maggiori sono stati all’anulare sinistro ma anche gran parte della mano è stata straziata prima che l’uomo riuscisse a liberarsi. Nonostante il dolore lancinante il cinquantenne è riuscito a lanciare l’allarme e a chiamare i soccorsi. Immediato il trasporto, da parte dei sanitari dell’azienda Ulss 18, al pronto soccorso dell’ospedale di Rovigo, dove è stato subito medicato.

Una volta a nosocomio, però, i chirurghi, dopo una prima valutazione delle condizioni dell’uomo e della sua mano e le medicazioni necessarie, hanno ritenuto che la cosa migliore da fare fosse il trasferimento alla ‘clinica delle mani’, una divisione specializzata dell’azienda ospedaliera di Verona.

Qui, il personale altamente specializzato della struttura si è messo subito al lavoro per tentare di ricostruire la mano del malcapitato e di limitare quanto più possibile i danni subiti a causa dell’incidente. Si tratta di un’operazione complessa e molto delicata, e che ha come obiettivo principale quello di ristabilire la mobilità dell’arto e riportarlo per quanto possibile alla normalità, non senza terapie ad hoc e di riabilitazione.