DONATELLA FILIPPI
Sport

Rimini, Buscè fa imbufalire i tifosi: "Cernigoi non doveva esultare così"

L’allenatore: "Sbagliato andare sotto la curva dopo il gol. Le critiche? Qui non avete visto Maldini o Sheva"

Rimini, Buscè fa imbufalire i tifosi: "Cernigoi non doveva esultare così"

Antonio Buscè, tecnico del Rimini che finora in campionato ha collezionato due punti in quattro partite

Le esultanze di Cernigoi, le frecciate prima alla società e poi ai tifosi. Ogni volta che apre bocca ultimamente Antonio Buscè è capace di tirarsi addosso una valanga di critiche. Preoccupate e vere le parole pronunciate dal tecnico dopo la sconfitta interna con il Pescara. Nel mirino i giocatori fuori condizione, i limiti della sua squadra e le paure. Parole che sicuramente non saranno piaciute alla dirigenza biancorossa. Ma nel tentativo di correggere forse il tiro, alla vigilia della gara con la Lucchese, spostando l’attenzione sulla negatività dell’ambiente, Buscè compie un altro passo falso. Attirandosi le critiche dei tifosi. E quelle sì che sanno essere velenose. "Poi se qui avete visto Nesta, Maldini, Stam, Shevchenko… forse mi sono perso qualcosa". Parole che non passano inosservate, sicuramente poco eleganti. Sui social si scatena la bufera, ma alle porte c’è la partita con la Lucchese e la buona prestazione del Rimini a Lucca, nonostante il pareggio amaro, potrebbe aver mandato tutto in archivio. Niente da fare, mister Buscè ci mette un altro carico da novanta in sala stampa, al termine del match. Quando bacchetta Cernigoi per i 100 metri di corsa, dopo il gol del 2-0, a prendersi l’abbraccio dei tifosi presenti al Porta Elisa.

"L’esultanza del secondo gol, con Cernigoi che si fa cento metri di campo per andare sotto la curva per ringraziare i propri tifosi ci sta tutta – le parole del tecnico – ma è quell’attimo in cui in quella partita non bisogna farlo perché si stacca per un momento la spina, e guarda caso dopo un minuto hai preso gol. È quel particolare che ora non ci possiamo permettere". Parole che hanno un senso, forse, ma non davanti a una telecamera. Perché ci sono cose che è lecito pensare, ma che sarebbe meglio non dire. Almeno pubblicamente. E allora via, un’altra bufera, fino a notte fonda sui social. Tanto da riuscire a mettere in secondo piano quella mancata vittoria che relega i biancorossi ancora in fondo alla classifica, con due punti in quattro partite. Che alla fine è la sostanza, ma qualche volta anche la forma, nella comunicazione, al netto del nervosismo del momento, ha un peso importante.

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