Nell’avvicinamento all’ultima gara del 2024 con Rieti, è ancora la situazione riguardante Johnson a tenere banco in casa Rbr. Il lungo americano è tuttora in forte dubbio per il problema muscolare che lo ha tenuto fermo a Verona e non ha permesso allo staff di averlo al 100% già con Cantù. Per lui, valutazioni giornaliere e considerazioni sul suo utilizzo da farsi nell’imminenza dalla gara. Il countdown alla partita è agli sgoccioli, quello al termine del girone d’andata è calendarizzato per il 5 gennaio, con RivieraBanca a Cremona. Tutte scadenze importanti, con la Rinascita che al momento ha due certezze: la Final Four di Coppa Italia è già matematica da qualche settimana e Justin Johnson è fondamentale per gli equilibri del gruppo. Il lungo non è il top scorer biancorosso (Marini è in cima con 15.4 a gara), ma la sua importanza la si vede da tanti altri dati. Il suo gioco interno non può essere replicato da nessun altro lungo in casa biancorossa. Camara, Masciadri e Simioni sono giocatori differenti, ognuno con caratteristiche precise, ma nessuno in grado di attirare attenzioni e raddoppi in post come l’americano. Il dato degli assist è evidente. Johnson avvicina i quattro formidabili piccoli (Robinson 4.2, Grande 3.4, Marini 2.9 e Tomassini 2.3) con 1.9 assistenze a partita, mentre tutto il resto della truppa è molto più indietro. Senza di lui, manca la dimensione interna e questo vuol dire due cose: pericolosità ridotta in area per l’uno contro uno diretto e meno spazio sugli scarichi e sul lato debole per gli esterni. Le tre sconfitte stagionali hanno coinciso con Johnson assente (a Verona) e con le valutazioni stagionali più ridotte dell’americano: 4 con Cividale e -1 con Cantù.
lo. za.
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