Rimini, 21 settembre 2014 - Qualcuno la ricorderà ancora. Berlusconi davanti, calzoncini e polo bianco latte. Poi Letta, Confalonieri e Galliani in fila indiana, la divisa del travet in gita al mare, tutti in marcia dietro al capo. In quella foto, scattata alle Bermuda agli albori del berlusconismo, c’è qualcosa di familiare e più recente. La stessa militanza, il medesimo ardore dei marciatori del Cav, affiora nell’immagine dei Bonaccini boys in posa giovedì alla stazione di Rimini. In primo piano il capo designato, al suo fianco le truppe scelte in camicia sbottonata e jeans sbarazzini.
Orgogliosi di fare un pezzo di strada con l’uomo del giorno, come successe con Errani, e prima ancora con Veltroni, Bersani, Renzi. Alle loro spalle la carrozza del treno, metafora del carro su cui saltare al momento giusto, quando i giochi sembrano fatti e la partita vinta. A chi la guarda con disincanto, quella foto, viene voglia di scendere alla prima fermata. Possibile che tra i notabili del Pd riminese non ci sia mai un eretico, un guastatore, un bastian contrario? Sì, qualcuno sta con Balzani, ma sono le seconde file. Perché in politica come in amore vale un detto: nella vita certi treni passano una volta sola.