Hanno superato brillantemente le secche del Covid mentre altri tour operator, da un capo all’altro dell’Italia, gettavano la spugna: è stato in quell’occasione, probabilmente, che i dipendenti di Caravantours – noto tour operator riminese, specializzato in viaggi di gruppo – si sono convinti che la determinazione poteva portarli dappertutto. Anche a rilevare un’azienda destinata altrimenti alla chiusura, o meglio, alla vendita al miglior offerente: già, perché, dopo aver appreso che i soci fondatori erano intenzionati a lasciare per godersi il meritato riposo, venti dei 44 dipendenti hanno deciso di indossare le vesti di imprenditori cooperativi, passando alla gestione dell’azienda. Hanno compiuto, cioè, un’operazione di ‘workers buyout’ che sarà effettiva dal primo gennaio 2024.
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Ma facciamo un passiamo indietro e torniamo a un’estate fa, ovvero al momento in cui i quattro soci storici di Caravantours spa – Ezio Moretti, Margaret Van de Sande, Rosanna Conti e Tiziana Eutizi – annunciano ai dipendenti la propria intenzione di ritirarsi, dopo quarant’anni di attività.
"Avevamo già ricevuto una proposta d’acquisto da un nostro concorrente del territorio – racconta Ezio Moretti – ma la nostra priorità era preservare tutti i posti di lavoro. Quando vendi a un competitor, il rischio concreto è che smembri la società, fino a esautorarla. Non lo avremmo permesso: alcuni dipendenti sono con noi da trent’anni, c’è una complicità che va oltre il rapporto strettamente lavorativo. D’accordo con le altre socie, abbiamo deciso di non mettere l’azienda sul mercato e proposto ai dipendenti di costituirsi in cooperativa per rilevare la società".
"La prima reazione è stata di panico", ricorda Marco Moretti, che di professione fa il commercialista ed è stato contattato dai dipendenti stessi per un supporto nella gestione dell’operazione. "Chi ha passato una vita da dipendente fatica a reinventarsi come imprenditore. Ci sono stati ripensamenti, passi indietro, discussioni: è stato un percorso lungo e accidentato. Poi, riunione dopo riunione, abbiamo trovato un accordo su questa forma societaria: una cooperativa in cui ciascuno dei venti dipendenti che hanno aderito al progetto avrebbe reinvestito una piccola quota di risorse finanziarie, provenienti dal Tfr o dall’anticipazione della mobilità (Naspi), garantita dall’Inps per agevolare questo genere di operazioni".
Lo scorso ottobre, dunque, i dipendenti si sono costituiti in cooperativa, presieduta dallo stesso Moretti.
L’11 dicembre l’azienda (tornata ai livelli pre-Covid, con l’ultimo fatturato chiuso a quota 25 milioni di euro) è stata ceduta alla neonata cooperativa, che inizierà ufficialmente la propria attività dal 1° gennaio. "Siamo già nella fase di programmazione per il 2024: le prenotazioni vanno bene, le prospettive sono incoraggianti – dichiara l’ex dipendente e neo-socia Diana Moretti, che siede ora nel cda di Caravantours Soc.coop. assieme al fratello Marco e alla collega Debora Ardini –. Clienti e fornitori hanno fiducia in noi e ciò ci rende ancor più motivati ad andare avanti e a fare del nostro meglio. È stata una scelta di responsabilità e partecipazione".