Rimini, 18 giugno 2024 – Tassa di soggiorno: il tesoretto aumenta... a vista d’occhio. “Crescita record nei primi cinque mesi dell’anno per quanto riguarda le presenze turistiche relative al Comune di Rimini”, annuncia Palazzo Garampi.
Non solo aumento del cash portato dai vacanzieri ma quello da poco terminato è stato “il miglior mese di maggio per pernottamenti a Rimini degli ultimi dieci anni”. Compreso il 2019, ultimo anno prima del Covid. Ovvero, 436.112 pernottamenti nel 2024 contro i 393.816 del maggio 2019. Quest’anno si aumenta del 15 per cento rispetto ai 325.610 del maggio 2023 (quello tragico dell’alluvione in Romagna, che lo ha letteralmente ’spezzato in due’). Era andato (ovviamente) meglio il 2022, con 377.879 pernottamenti. Che furono 152.593 nel 2021. Ma qui siamo in pandemia, ancora più dilagante nel maggio 2020, con il minimo storico di soli 43.081 pernottamenti.
Più nel dettaglio: i dati dell’imposta di soggiorno del Comune di Rimini mostrano più 13 per cento rispetto al 2023 per il bimestre gennaio-febbraio. Più 4 per cento nel bimestre marzo-aprile (causa Pasqua quest’anno caduta prima e in periodo dunque più freddo, tra l’altro con numerose disdette). E un mese di maggio che fa il botto – grazie a eventi, congressi, turisti privati alla scoperta della Rimini storica, e al meteo tutto sommato favorevole – e chiude con più 34 per cento rispetto allo scorso anno.
Complessivamente, osserva ancora l’amministrazione comunale, i dati dell’imposta di soggiorno da gennaio a giugno confermano quello che già si percepiva ad occhio, “sia durante le fiere invernali (Sigep tra tutti) che primaverili (Wellness), sia in alcuni congressi che hanno avuto una crescita enorme”. Un andamento che adesso “trova una prima conferma nel dato dell’imposta di soggiorno nel periodo gennaio/maggio 2024: più 15 per cento dei pernottamenti rispetto al 2023 e completo recupero del dato precedente al Covid (e alla scomparsa del turismo russo causa guerra): i primi 5 mesi dell’anno segnano più 1 per cento rispetto al 2019, peraltro allora anno record”.
“I numeri stanno confermando le impressioni visive che abbiamo avuto in questi mesi e in queste settimane – commenta il sindaco Jamil Sadeghlvaad – Sono in crescita tutti i settori, dalle fiere ai congressi, al turismo culturale e delle gite scolastiche a quello degli escursionisti. Al di là dei singoli eventi, si sta imponendo la formula di una città bella e rinnovata nelle sue parti più turistiche: il centro con gli spazi culturali e il mare con il parco del mare. Adesso rimbocchiamoci le maniche perché con l’estate comincia la nostra stagione tradizionale. Pensiamo solo che tra pochi giorni arriva il Tour de France e quindi la Notte Rosa. Forza e viva Rimini”. Nel 2023 la pressione impositiva municipale (le tasse comunali in sostanza) non è aumentata, ma l’introito complessivo per il Comune è cresciuto. E tra le voci che hanno reso possibile il balzo in avanti c’è stata anche (e soprattutto) l’imposta di soggiorno arrivata lo scorso anno a quota 10,4 milioni di euro. Superando anche l’incasso del periodo pre Covid: nel 2019 era arrivata a 9,85 milioni (nel frattempo c’è stato un lieve ritocco). Da quando è stata istituita l’imposta di soggiorno nel capoluogo ha evitato ai riminesi di pagare, in 11 anni, circa 80 milioni di tasse comunali, principalmente Irpef e Imu. Ciò senza, a quanto emerge, aver inciso in negativo sulle presenze turistiche.