
Tanti, tantissimi anche nel Riminese i messaggi dedicati a Bergoglio. Tra i primi ieri a ricordare Papa Francesco il sindaco...
Tanti, tantissimi anche nel Riminese i messaggi dedicati a Bergoglio. Tra i primi ieri a ricordare Papa Francesco il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad: "È stato veramente un pastore, che in questi anni tumultuosi ha saputo portare una ventata di modernità e coraggio nella Chiesa e nel secolo, usando un linguaggio nuovo e incero. Fino all’ultimo. Sono di pochi giorni fa le sue durissime parole contro la guerra in Medio oriente e tutte le guerre nel mondo. Indimenticabile il suo coraggio estremo di portare in evidenza la sua malattia come messaggio universale di umanità e speranza". Ricorda il sindaco la speranza di averlo a Rimini per le celebrazioni di don Oreste. "Il Pontefice aveva programmato di venire qui nell’autunno 2024 e già ci si era tutti attivati per questo. Poi l’aggravarsi delle condizioni di salute ha forzatamente portato alla rinuncia della visita. Ma il Papa aveva voluto donare emozionanti e pubbliche parole verso il prete dalla tonaca lisa. La fede come luce che ispira e entra nel quotidiano, si fa vita e ci invita ‘a scendere dal balcone’". Tanti altri sindaci della nostra provincia hanno ricordato Bergoglio, così come i senatori Mimma Spinelli (FdI), Marco Croatti (M5s), i consiglieri regionali Nicola Marcello (FdI), Alice Parma ed Emma Petitti (Pd). Un Pontefice che "ha saputo parlare al mondo di pace, giustizia sociale, tutela del creato e dignità umana con parole forti. Un Pontefice che è stato vicino ai più poveri e bisognosi", sottolineano Croatti e Spinelli. E poi il cordoglio espresso (anche sui social) dalle istituzioni, e l’invito a pregare "per Francesco".
Tra chi ha avuto occasione di conoscere e di confrontarsi più volte con Papa Francesco c’è l’economista riminese Stefano Zamagni. Nel 2019 Zamagni venne nominato (prima volta per un laico) presidente dell’Accademia pontificia per le scienze sociali. "Ci resterà tantissimo di Papa Francesco", dice Zamagni in un suo intervento sul Corriere della sera. A partire "dalla sua non comune capacità di accogliere la sofferenza come occasione di consolazione". "Che un afflitto – scrive Zamagni – possa essere beato nell’afflizione, non è proprio di agevole comprensione. Con papa Francesco è stato così. Chi lo ha frequentato negli ultimi mesi di vita, può testimoniare la sua disposizione d’animo nei confronti della sofferenza. Fino all’ultimo ha mantenuto per sé e per chi gli era vicino un’atmosfera di normalità; non ha permesso che la malattia occupasse interamente la sua esistenza e colorasse di nero tutta la sua vita".