Le agende per prenotare visite ed esami aperte, anzi no. Torna all’attacco il comitato ‘Giù le mani dall’ospedale di Novafeltria’ e punta il dito sulle pratiche "non del tutto trasparenti" da parte dell’Ausl, che starebbe veicolando le prenotazioni di tante prestazioni sanitarie da Novafeltria verso altri ospedali. Ad esempio, spiega il comitato, per fare un’ecografia vengono prospettate due possibilità. La prima è farla all’ospedale di Novafeltria, dove i tempi di attesa si dilatano fino a 4 o 5 mesi. Ma se si accetta di farla a Morciano, l’attesa si riducea a 60 giorni. Capita spesso poi che gli utenti si sentano rispondere che l’agenda per le prenotazioni è chiusa. Una pratica che, per il comitato, consentirebbe all’ospedale di Novafeltria di mantenere buone le proprie performance. "I compensi – si legge in una nota del comitato – sono misurati in base ai risultati raggiunti, e le performance di Novafeltria sono quasi tutte vicine al 100%, perché i dati si riferiscono al netto del totale delle prenotazioni che non sono intercettate". Numerose le sollecitazioni rivolte dal comitato al direttore generale Ausl Tiziano Caradori, che ha passato la patata bollente delle "agende chiuse" al direttore del distretto sanitario di Rimini, Mirco Tamagnini. Ma Tamagnini, dice il comitato, avrebbe negato il fatto informando semplicemente che "la carenza di medici non permette di garantire l’erogazione delle relative prestazioni su Novafeltria".
Una risposta ritenuta "inaccettabile" dal comitato, che si dice pronto a segnalare quanto accade "alla Corte dei conti, alla Regione e ai Nas". Perché sospendere le attività di prenotazione (liste d’attesa bloccate e agende chiuse) "è una pratica vietata dalla legge 266 del 23 dicembre 2005. Il comitato chiede "la verità" e lo fa anche alla luce di numerose inchieste a livello nazionale, che hanno portato a galla fenomeni simili. Come nel blitz dei Nas che, a settembre scorso, in 195 casi, hanno riscontrato la chiusura o la sospensione delle agende di prenotazioni negli ospedali. "C’è un riflesso negativo in termini di welfare per i cittadini della Valmarecchia, soprattutto gli anziani. Il disagio è tanto quando devono spostarsi fino a 60 chilometri per ricevere le prestazioni". Senza dimenticare, conclude amaro il comitato, che "a Novafeltria l’oculista manca da oltre un anno e il dermatologo da due, le agende sono chiuse per chirurgia vascolare, nefrologia, reumatologia, ginecologia, ematologia, ecocolordoppler e valutazione geriatrica per i disturbi cognitivi".
Andrea G. Cammarata