Rimini, 12 novembre 2024 – Quella sera si era ritrovata in un momento di intimità insieme ad un ragazzo maggiorenne. Lei, all’ultimo minuto, aveva però avuto un ripensamento, capendo forse che quel rapporto sessuale non era ciò che in fondo voleva. Così gli aveva chiesto di fermarsi, di smetterla immediatamente, ma lui era andato avanti lo stesso, obbligandola dunque a subire un presunto abuso. Il giorno dopo la ragazzina, all’epoca dei fatti 17enne, originaria dell’Umbria, insieme alla madre era andata a denunciare l’episodio ai carabinieri. La Procura di Rimini - pubblico ministero Annadomenica Gallucci - ha così aperto un fascicolo ipotizzando il reato di violenza sessuale a carico di un ragazzo toscano difeso dagli avvocati Davide Pucci e Mauro Cini del foro di Prato. Nei giorni scorsi la giovane è stata chiamata a rendere la sua testimonianza in aula davanti al gip Vinicio Cantarini nel corso dell’incidente probatorio: si tratta di un passaggio cruciale per comprendere la possibile evoluzione dell’inchiesta che al momento è ancora in corso.
Teatro della vicenda un centro ippico della provincia di Rimini dove in quel periodo - luglio del 2023 - si stavano svolgendo le gare di dressage valevoli per la Coppa Italia e le Master Class. I due giovani, provenienti da Regioni diverse ma accomunati dalla passione per l’equitazione, si erano trovati in quei giorni a trascorrere del tempo assieme e poco dopo erano incominciati dei timidi approcci che li avevano portati ad avvicinarsi sempre di più. Una sera, dopo aver consumato dell’alcol, lei aveva accettato di seguirlo nel suo caravan. Nel corso dell’udienza davanti al giudice, la giovane ha ammesso di avere dei ricordi confusi della serata a causa dei drink bevuti, ma di essersi comunque negata al ragazzo che però non era riuscito comunque ad andare fino in fondo e a portare a termine l’atto sessuale.
La situazione si era ripresentata due sere dopo, quando la minorenne aveva accettato ancora una volta di seguire il ragazzo nel suo caravan. Anche questa volta i due si erano ritrovati in un momento di intimità, ma questa volta - stando a quanto emerso nel corso dell’incidente probatorio - lui non avrebbe accettato un "no" e non si sarebbe fermato nemmeno di fronte alle proteste di lei. La ragazzina ha raccontato di non essere riuscita a trovare la forza di liberarsi e allontanarsi, subendo di conseguenza quella che - in base alle successive valutazioni - potrebbe configurarsi a tutti gli effetti come una violenza sessuale vera e propria. La vicenda portata all’attenzione del gup di Rimini riguarda un tema particolarmente delicato: quello del limite al consenso nel caso di rapporti sessuali, specialmente quando questi ultimi coinvolgono da minori. La legge da questo punto di vista è estremamente chiara e stabilisce che il consenso può essere revocato in qualsiasi momento dalla diretta interessata o dal diretto interessa e che il mancato rispetto configura potenzialmente il delinearsi di una violenza sessuale.