Parla per la prima volta da vicepresidente della Regione con delega – tra le altre – allo Sviluppo economico. Lo fa nell’appuntamento che celebra l’Emilia-Romagna come cuore europeo dell’innovazione e della ricerca: per Vincenzo Colla la conferenza europea sulla strategia di specializzazione intelligente S3, a Rimini, è l’occasione giusta per guardare al futuro.
Come interpreterà il ruolo di vicepresidente?"Sono felice per la fiducia che ha avuto in me de Pascale. Voglio aiutare Michele a mettere a terra un programma che contiene traiettorie innovative e a cui non manca il tratto della ricucitura sociale. Nella scelta delle persone ha portato avanti un’operazione di stampo generazionale che dà anche un senso di stabilità per il futuro. Infatti, scherzando, gli ho detto che è arrivato a me per scorrimento anagrafico".
Lei, 62enne, in una Giunta composta per lo più da quarantenni e cinquantenni."Mi piace consegnare la mia esperienza a chi poi dovrà giocare la partita anche nel tempo. Abbiamo una Giunta di qualità. Michele ha avuto coraggio, il cambiamento generazionale lo ha applicato nei fatti, non lo ha solo annunciato. In politica questa è una novità".
Pare che Matteo Lepore, sindaco di Bologna, non sia soddisfatto. È vero o no?"L’ho sentito mercoledì sera, il suo giudizio è positivo. Bisogna considerare che c’erano tante aspettative, non una sola. Detto questo, con Bologna c’è e ci sarà massima collaborazione anche perché la città costituisce un asset fondamentale per tutta la regione a partire da aeroporti, ferrovie e logistica".
De Pascale ha detto che la scelta di nominarla vicepresidente è stata ’doverosa’. E che lei avrebbe potuto essere al suo posto, riferendosi al passo di lato che ha fatto quando il centrosinistra doveva scegliere il candidato."Sono felice che sia lui il presidente. Intendo aiutarlo, ora siamo parte di una squadra. Nella nuova Giunta non ci sono gerarchie piramidali, gli assessorati hanno pari dignità. Dovremo lavorare tutti insieme".
Da dove partirete?"Michele ha tenuto per sé le deleghe alla Protezione civile e alla ricostruzione post alluvione. Questo già dà un senso chiaro della direzione da prendere. Quando lui dice una cosa ci mette la faccia, non compra tempo. E poi c’è il tema della sanità, come tratto identitario nella ricucitura sociale".
Lei conserva una delega importante come lo Sviluppo economico. Quali priorità?"Bisogna lavorare su tutte le crisi aziendali. Le istituzioni hanno il dovere di essere presenti, l’Emilia-Romagna l’ha sempre fatto e continuerà a farlo. Continuità vuol dire anche non perdere i primati, dai brevetti all’export. Per restare su questo livello bisogna governare la digitalizzazione, che rischia di polarizzare e di creare disuguaglianze e nuove povertà. È fondamentale investire per trattenere i talenti, il valore aggiunto è nelle persone. Chi ci riuscirà farà la differenza non solo dal punto di vista economico, ma anche nella coesione sociale".
Il Patto per il lavoro e per il clima è il perimetro entro cui vi muoverete?"Certo. Serve una ‘manutenzione’, perché dal 2020 a oggi sono cambiate un bel po’ di cose a cominciare dall’impatto della digitalizzazione nella società e sul lavoro. Fondamentale è la messa in sicurezza del territorio, una priorità. Se c’è un aggiustamento da fare, è proprio in questa direzione".
Sicurezza sul lavoro: Confindustria chiede un patto tra imprese e sindacati. Condivide?"Su questo tema non possiamo dividerci. Servono investimenti e formazione. Chiederemo un incontro al ministro Calderone. Va utilizzata la tecnologia: ad esempio stiamo brevettando un sensore da applicare su tute e mezzi. L’Inail può valorizzare accordi sindacali di qualità, ci sono 2 miliardi che non spendiamo".