Villa Verucchio (Rimini), 11 gennaio 2025 – “Abbiamo visto la morte in faccia”. La notte del 31 dicembre stavano uscendo dal ristorante, “volevamo passare la mezzanotte a casa, festeggiare da soli”. Non si rendono conto di quello che succede dalla parte opposta della strada: Muhammad Sitta, 23enne egiziano, ha già accoltellato due persone. Nadia e suo marito, di 69 e 70 anni di Roma, vengono – anche loro – assaliti e accoltellati. Lei, colpita alla schiena, riporta una frattura della quinta vertebra dorso-lombare, tre punti interni e quattro esterni.
“Sono ancora provata – confessa Nadia a margine della consegna dell’assegno da 5mila euro raccolto per le vittime – Mio marito ha sicuramente avuto la peggio, ha subito un intervento chirurgico”.
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Non ha provato paura, dice, ma “rabbia. Per questo ho reagito urlando. Ma quando ho iniziato a gridare ha colpito anche me. Pensavo: ‘Non si può morire così’”.
È stato il comandante della stazione dei carabinieri di Verucchio, Luciano Masini, a fermare l’accoltellatore. Dopo avere esploso a vuoto alcuni colpi di pistola, ha sparato a Sitta, uccidendolo. “Penso che il carabiniere abbia rischiato la vita come noi – commenta Nadia – è riuscito a salvare altre vite, ha evitato altre sofferenze, tragedie. Non sappiamo come sarebbe andata a finire”. Masini è indagato per eccesso colposo di difesa, ma i cittadini di Villa Verucchio hanno avviando una raccolta fondi per coprire le spese legali, che ha già superato i 44mila euro. Nelle ultime ore anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso nuovamente la sua solidarietà nei confronti di Masini, proponendo l’encomio per il militare. “Ho dei flash di quella sera – dice la signora Nadia – cerco, però, di allontanare le brutte sensazioni”. Per Sitta “non provo odio né senso di vendetta, anche se la notte che abbiamo vissuto è stata tragica. A mia mamma, che ha 94 anni, non l'ho raccontata, le ho detto solo che non possiamo ancora tornare a casa”.