Ha pensato che condividere sui social un video che lo ritraeva intento a sparare con una pistola potesse essere una buona idea, ma si è ritrovato indagato dalla Procura dei minori di Bologna. Protagonista di questa disavventura, conclusasi per lui nel migliore dei modi, un giovane riminese che all’epoca dei fatti (parliamo del 2019) aveva solo 17 anni. La noia o forse il desiderio di visibilità avevano spinto il ragazzino a farsi immortalare con lo smartphone mentre, all’aria aperta, circondato da altre persone, impugnava un’arma da fuoco e la utilizzava per esplodere alcuni colpi. Il video era rimbalzato sui social network, collezionando nel giro di poche ore centinaia e centinaia di visualizzazioni, specialmente su Instagram e Tik Tok. La clip aveva circolato a tal punto da richiamare l’attenzione persino delle forze dell’ordine. Nei confronti del giovane, la Procura minorile di Bologna aveva così aperto un fascicolo, ipotizzando il reato di porto abusivo di arma. L’indagato e la famiglia si sono così rivolti all’avvocato Paolo Ghiselli (foto), che li ha assistiti durante la fase del successivo interrogatorio. Grazie al colloquio con gli inquirenti, il ragazzo ha avuto modo, finalmente, di chiarire la propria posizione e di spiegare per filo e per segno come si erano svolte le cose. Anzitutto, l’arma non era la sua, ma gli era stata prestata da un amico appositamente per realizzare il video. Inoltre, non si trattava affatto di una pistola vera, ma di un modello a salve. La sua deposizione è risultata essere convincente, tanto che la Procura alla fine ha deciso di archiviare la sua posizione. "Occorre fare attenzione – osserva l’avvocato Ghiselli – perché nel caso del mio cliente e’ finita bene. In altre situazioni si va a processo e l’esito favorevole per alcune tipologie di reati non appare scontato".
CronacaVideo su TikTok con un’arma da fuoco La Procura decide di archiviare il caso