Rimini, 13 luglio 2023 – In Valconca c’è un palazzo. Un agglomerato di appartamenti in cui per anni, almeno dal lockdown, un ragazzo autistico e sua madre di 51 anni sono stati vittime e ostaggi di continue offese e atteggiamenti persecutori messi in atto da madre e figlio rispettivamente di 85 e 49 anni, i quali ora – dopo essere stati denunciati – vanno verso un processo per stalking.
Questo il quadro accusatorio che emerge dopo la fissazione dell’udienza preliminare (il prossimo 18 ottobre), in cui il gup dovrà decidere se rinviare o meno a giudizio madre e figlio, difesi dall’avvocato Andrea Mandolesi, poiché ritenuti autori di un incubo in cui hanno fatto piombare i vicini.
Il ragazzo disabile e sua madre 51enne, infatti, sarebbero stati vessati in più d’una occasione dai vicini terribili, sino ad evitare di uscire di casa quando notavano gli indagati all’esterno dell’abitazione, per non incontrarli.
O addirittura a non invitare più amici a casa per non coinvolgerli nelle frequenti e accese liti che si generavano altrimenti con gli indagati a causa dei rumori provocati.
Su tutti, a far saltare la mosca al naso di madre e figlio sarebbero state le occasioni in cui il ragazzo disabile in quanto sofferente di autismo urtava inavvertitamente la porta del contatore, provocando così un rumore nella tromba delle scale tale da suscitare l’ira dei due indagati. "Vaff... te e quella p... che ti ha partorito. Siete la vergogna dell’intero paese".
Sarebbe stato questo il tenore delle offese rivolte, questo appena lo scorso gennaio, al giovane autistico. Non solo, perché la rabbia degli indagati avrebbe investito anche l’autista del pulmino che accompagnava a casa il ragazzo disabile, costantemente offeso con frasi del tipo: "Siete sempre in mezzo al c..., toglietevi dai c...".
Frasi rabbiose, che avrebbero anche provocato uno stato di agitazione nel disabile, colpito più volte da delle crisi conseguenti.
Un quadro accusatorio questo ricostruito in fase di indagini, coordinate dal pm Luca Bertuzzi, a cui si aggiungono anche i comportamenti vessatori che madre e figlio non avrebbero risparmiato nemmeno alla madre 51enne del ragazzo.
A partire dai dispetti, come i chiodi sotto gli pneumatici dell’auto, finendo alle offese puntuali ogniqualvolta la donna e suo figlio venivano visti uscire di casa e impedire anche alle due vittime di rientrare in casa propria, bloccando il portone d’ingresso dell’edificio dall’interno.
Per questo la Procura ha richiesto il rinvio a giudizio dei ’familiari terribili’ che secondo le indagini avrebbero anche più volte gettato acqua sporca e spazzatura contro il garage della famiglia.
Ora, dunque, l’85enne e il figlio di 49 anni dovranno comparire davanti al gup e, se rinviati a giudizio, anche davanti a chi li dovrà giudicare per il reato di atti persecutori in concorso.